Roma – Mentre Napoli e Roma danno il loro ultimo e personale saluto a Pino Daniele, la Procura di Roma ha aperto un’indagine per acclarare le cause della morte di Pino Daniele, ucciso da un infarto nella notte tra il 4 e il 5 gennaio.
Al momento le indagini, ipotizzando il reato di omicidio colposo, sono guidate dal procuratore aggiunto Filippo Laviani e dal pm Marcello Monteleone che hanno anche disposto che la salma sia sottoposta ad autopsia non appena si saranno conclusi i due funerali dell’artista. Secondo quanto dichiarato, l’autopsia dovrebbe tenersi nella mattinata di giovedì nell’obitorio comunale di Napoli “Federico II”. Ad eseguire l’accertamento saranno due medici legali della Sapienza di Roma, Giorgio Bolino e Vittorio Fineschi, ed il cardiologo Giuseppe Ambrosio. Un’indagine volta ad accertare se la richiesta di essere portato a Roma, dopo il sopraggiungere del malore, sia arrivata effettivamente dallo stesso artista partenopeo.
Secondo quanto accertato la sera del 4 gennaio la compagna di Daniele, Amanda Bonini, chiamò il 118 per chiedere l’intervento di una ambulanza. I medici, arrivati nella zona del casale dove viveva Daniele, contattarono di nuovo i familiari i quali comunicarono che si sarebbero recati con mezzi propri a Roma dal cardiologo di fiducia del cantante. Ma molti sono ancora i dettagli oscuri di tutta la vicenda, tanto che l’ex moglie del musicista, Fabiola Sciabbarrassi, ha dichiarato: “Amanda, che era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa. Voglio la verità sulla morte di mio marito per i miei figli e per gli altri suoi figli”.
Una richiesta, quella dell’ex moglie di Pino, che incrina ancora di più i rapporti con la compagna Amanda: “Non ho rapporti con lei a causa di come è stata gestita questa storia negli ultimi dodici mesi. Non ci parliamo, ma io andrò fino in fondo. Quella sera in casa c’erano anche i miei figli Sofia e Francesco e Cristina, l’altra figlia femmina di Pino. È stata lei a riaccompagnare a Roma i miei bambini, mentre la ‘signora’ portava in ospedale Pino. Ho letto sui giornali della gomma dell’auto bucata sull’Aurelia ma, non so, questa forse è un’invenzione”. Quanto all’autopsia, Fabiola aggiunge ancora: “Sono favorevole all’autopsia sul corpo di mio marito, se è un passaggio necessario a stabilire la verità sulla sua morte. In un primo momento avevo rinunciato all’idea dell’autopsia per evitare un ulteriore oltraggio al corpo del padre dei miei figli. Poi, ieri, sono stati gli inquirenti a chiamarmi per dirmi che forse sarà necessaria per stabilire che cosa è successo e chiarire meglio la dinamica della morte di Pino. I quesiti – continua – sono tanti e tutti ancora aperti. Ripeto, voglio solo la verità e la cercherò in tutti i modi”.
A comparire davanti agli inquirenti è stata oggi anche Amanda: secondo quanto appreso, gli accertamenti condotti dai militari del nucleo investigativo di via In Selci e della compagnia Eur sono stati effettuati su delega della Procura. Acquisita anche la documentazione medica.
Della vicenda legata all’autopsia ha parlato anche Patrizia, una delle sorelle dell’artista: “Mio fratello, Pino, mi mancherà tutto. L’autopsia? Fanno bene a farla. Forse si poteva andare prima in ospedale, questo sì, forse andava fatto”. In piazza Plebiscito, a poche ore dall’inizio dei funerali di Pino Daniele, Patrizia piange seduta su una sedia. A chi le sottolinea il grande amore che Napoli sta dimostrando per Pino Daniele, lei risponde: “Mio fratello ha fatto tanto per Napoli. Lui era un cardiopatico come tutti noi. Era il mio fratello più grande ed io ero legata a lui. L’ultima volta ci sentiamo sentiti il 31 dicembre per gli auguri di fine anno. Mi ha detto di stare bene e di andare avanti”.