Parigi – Si erano già dichiarati appartenenti ad al-Qaeda i fratelli Kouachi ma ci sono voluti sette giorni per una rivendicazione ufficiale.
L’organizzazione terroristica, in un videomessaggio pubblicato su Youtube, ha messo la “firma” sugli attentati e alla presa d’ostaggi nella capitale francese. “Li avevamo incaricati noi”, dice Nasser bin Ali al-Ansi, membro del braccio yemenita di al-Qaeda, facendo riferimento alle vignette satiriche di Charlie Hebdo: “L’operazione è una vendetta per le offese contro il profeta Maometto”. La decisione dell’attacco, almeno come si afferma nel video, sarebbe stata presa direttamente dal numero uno di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri.
“Attentato da Kosher coincidenza” –Ma nega, implicitamente, il collegamento tra l’operazione dei fratelli Kouachi e l’autore dell’attacco al supermercato ebreaico Kosher, parlando di “coincidenza”.
Nuove minacce all’Occidente – Undici minuti circa di filmato, durante il quale, dietro al-Ansi, compaiono le immagini dell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo in cui sono state uccise 12 persone, i volti dei fratelli Kouachi, ma anche quelle della manifestazione di domenica a Parigi alla presenza di numerosi capi di Stato. Il dirigente di al-Qaeda avanza nuove minacce all’Occidente: “Diffonderemo il terrore se non saranno rispettate le nostre richieste”.
Il quarto uomo – Intanto, è stato identificato il complice dei fratelli Kouachi e di Amedy Coulibaly negli attacchi terroristici della settimana scorsa. Gli inquirenti sono risaliti a lui grazie alle chiavi di una moto trovate nel rifugio di Coulibaly, secondo quanto si apprende da Le Parisien. L’uomo potrebbe però essere già fuggito in Siria.
“Mi sento Coulibaly”, arrestato comico –In arresto è finito il comico francese Dieudonné, indagato nei giorni scorsi per apologia di terrorismo, dopo aver pubblicato su Facebook la frase “Je me sens Charlie Coulibaly” (“Mi sento Charlie Coulibaly”), fondendo il nome del giornale con quello dell’autore dell’attacco al supermarket Kosher.
Denunce a raffica per apologia di terrorismo – 54, complessivamente, sono i provvedimenti giudiziari avviati in Francia per “apologia del terrorismo”. Aperte, inoltre, 15 procedure per graffiti, 10 per attacchi “con arma, incendio o esplosione” contro moschee e luoghi di culto musulmano, 11 per volantini e commenti anti-Islam, 19 per reati commessi contro le forze dell’ordine e 14 per attacchi informatici.
Il governo: “Migliorare intelligence“ – “Dobbiamo essere all’altezza di ciò che è successo, bisogna restare vigili perchè la minaccia è ancora presente”, ha detto il presidente francese Francois Hollande nel corso del Consiglio dei ministri, annunciando che nella prossima riunione saranno presentati “elementi di miglioramento dei servizi di intelligence, di ascolto, di sorveglianza nei penitenziari e di mobilitazione della Difesa”. Mentre il 22 gennaio è in programma un vertice ministeriale sugli obiettivi dell’antiterrorismo “a lungo termine”.
Code alle edicole per il nuovo numero di Charlie Hebdo – E nella capitale e in tutta la Francia, nel frattempo, centinaia le persone in coda alle edicole durante la notte per comprare il primo numero di Charlie Hebdo, dopo il sanguinoso attacco in redazione. Il giornale è uscito oggi con una tiratura record di tre milioni di copie, contro le abituali 60mila, che non sono bastate. Per questo la decisione di stampare altre due milioni di copie. In prima pagina la vignetta che raffigura Maometto in lacrime per il massacro compiuto mercoledì scorso nella redazione del giornale dai fratelli Kouachi. L’edizione è stata tradotta in 16 lingue, tra cui l’arabo. Il ricavato andrà ai parenti delle vittime degli attentati di Parigi.
La reazione dell’Islam – Una decisione, quella di pubblicare nuovi disegni su Maometto, non ritenuta “saggia” dall’Unione mondiale degli ulema musulmani, con sede in Qatar, guidata dal predicatore Youssef al-Qaradaoui. Reazione negativa anche dall’Iran: “E’ offensiva e provocatoria”, ha sottolineato la portavoce del ministero degli Esteri Marzieh Afkham. Un appello ad “ignorare le caricature offensive” su Maometto è giunta dall’università di Al-Azhar, l’istituzione religiosa più prestigiosa dell’islam sunnita, con sede al Cairo, in Egitto.