Roma – Silvio Berlusconi lancia il primo nome per il Quirinale: quello di Antonio Martino, avvocato, tessera numero due di Forza Italia e ministro della Difesa nel primo governo del Cavaliere.
Il leader azzurro ha rotto gli indugi durante una riunione con il gruppo forzista alla Camera, spiegando che si tratta di una candidatura di bandiera, da utilizzare nelle prime tre votazioni. Dalla quarta, da quando cioè non sarà necessario raggiungere il quorum dei due terzi bensì la sola maggioranza assoluta, “ci concentreremo invece su un candidato condiviso”.
Condiviso innanzitutto con i centristi di Alfano e di Area Popolare: nel corso di un vertice a Palazzo Madama, alla presenza dello stesso Berlusconi, di Angelino Alfano e degli stati maggiori delle due forze politiche è stato concordato un percorso che porterà all’individuazione di un vero candidato comune per l’area del centrodestra.
Già lunedì Berlusconi e Alfano si erano incontrati alla prefettura di Milano e in quell’occasione avevano concordato che il prossimo presidente della repubblica “non potrà essere un esponente del Pd”. Nella riunione allargata in Senato il concetto è stato ribadito e condiviso con i capigruppo e gli altri “colonnelli”. Per Berlusconi l’incontro “è andato benissimo”.
All’uscita da Palazzo Madama il numero uno di Forza Italia non aveva fatto alcun nome, prefigurando probabilmente di lanciare la candidatura di Martino nel successivo incontro con i suoi deputati. E prudente era stato anche Alfano: “Oggi non abbiamo fatto nomi per il Colle. Aspettiamo che si concludano questi delicatissimi giorni in Parlamento sulle riforme e sulla legge elettorale”. Il nome “vero”», insomma, se anche fosse stato ventilato nella riunione, viene tenuto ben coperto.
Martino, dal canto suo, raggiunto da Radio 24, si è schermito: “Non lo sapevo, mi sembra uno scherzo da prete”. Alcuni presenti riferiscono che l’ex premier punta in ogni caso “ad avere un Capo dello Stato non ostile”. Inoltre l’ex Cav avrebbe fatto notare come il Pd al Senato non abbia più la maggioranza, e come, quindi, Forza Italia torni a essere centrale.