Ragusa – I contatti e gli ordini arrivavano via Whatsapp. Fuori da casa giovanissimi clienti in fila, dentro altri contrattavano e due ragazzine di 14 anni avevano appena concluso l’acquisto. “Ne hai?”, “Sì, passa”, “Posso venire?”, “Sì, ti aspetto”, “Ne hai 5?”, “Sì, certo”: questi alcuni dei messaggi scambiati attraverso il social network, secondo quanto ricostruito dai poliziotti della squadra mobile di Ragusa e dalle volanti che hanno arrestato un 26enne e denunciato due ventenni che avevano trasformato un appartamento nel cuore della movida ragusana, in una centrale di spaccio di hashish e marijuana, frequentatissima da minorenni.
Volendo, spiega la polizia, si poteva chiedere la consegna a domicilio dello stupefacente, o fumare lì in casa. Decisive le denunce dei genitori dei giovanissimi assuntori.
Padri e madri preoccupati per lo strano comportamento dei figli che si volevano recare in centro assolutamente da soli, per le cartine trovate negli zaini di scuola o per l’incessante richiesta di piccole somme di denaro.
Così, gli agenti in borghese hanno accertato che effettivamente in via Martorana, a pochi passi da piazza San Giovanni, luogo di ritrovo dei giovani ragusani, c’era qualcosa di sospetto. E’ scattata quindi l’irruzione.
All’interno diversi ragazzi; nel corso della perquisizione sono stati trovati quasi 200 grammi di hashish e marijuana: le dosi erano ovunque, nei cassetti, sotto il letto, in cucina, negli armadi.
Tre acquirenti hanno ammesso di essersi recati lì per comprare droga: uno di loro aveva nascosto hashish negli slip, le due quattordicenni nel reggiseno.