Roma – Ignoto fino a poco fa il nome dell’autore del’articolo 19 bis, inserito nel decreto di attuazione della delega fiscale che porterebbe Berlusconi alla salvezza, cancellando la sua incandidabilità.
La legge in questione esclude la punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato o l’importo dell’imposta sul valore aggiunto evasa non è superiore al tre per cento dell’imposta sul valore aggiunto dichiarata”.
E’ polemica nel mondo politico perchè di fatto il leader di Forza Italia potrebbe chiedere la revisione della sua condanna a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset, anche a pena ormai quasi del tutto scontata. Al cavaliere infatti non interessa evitare di recarsi al servizio sociale ma piuttosto eliminare la conseguenza della legge Severino che non gli permette nessun tipo di candidatura.
E così “da dietro le quinte”, Berlusconi potrebbe tornare alla ribalta nelle prossime elezioni al Capo di Stato, ma Renzi rassicura: “Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: noi ci fermiamo, questa norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone e dimostreremo che non c’è nessun inciucio strano”.
Il “favor rei” garantito dall’articolo 2 del Codice Penale, che prevede che “nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”, verrà allora messo in gioco successivamente, in base a quanto dichiarato dal premier, assicurando ugualmente la possibilità del “salva-Berlusconi”.
Intanto, Luigi Casero, viceministro all’Economia, indicato come l’autore del 19 bis smentisce: “Non solo non conteneva quell’articolo ma non conteneva tutta una serie di norme aggiunte in un secondo momento, come quella che stabilisce che chi emette o utilizza fatture false non può essere perseguito se il valore della truffa è inferiore a mille euro. Il testo è stato ampliato ed è stato reso più appetibile”.
“Quel testo non porta la mia firma- ha aggiunto -non so da dove abbiano sentito queste fesserie. E’ gossip puro”.
Salvini: “Il decreto inciucio è l’ennesima renzata. Renzi un giorno promette una cosa e poi il giorno dopo la smonta e poi ricomincia daccapo. Ha fatto così sull’Irap, sulle tasse, sull’Europa. Un giorno ne fa una l’altro giorno la disfa. E’ un anno che fa così”.
“L’evasione non si combatte in questo modo, alleggerendo le normative fiscali. E’ un regalo ai grandi evasori- ha commentato Arvedo Marinelli, presidente dell’Associazione nazionale consulenti tributari- E’ una norma controproducente”.
Renzi controbatte e confessa: “Il nostro governo non fa norme ad personam. Fa norme che rispondono all’interesse dei cittadini. La norma l’ho fatta inserire io, ma avevo ricevuto rassicurazioni da giudici e magistrati”.
Infine ha aggiunto: “Ne abbiamo parlato in cdm dove abbiamo riscritto alcune norme, molte inasprite, altre rese più light, poi lo abbiamo riletto articolo per articolo io e Padoan”.