Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica

di Redazione

Roma – Alle ore 12.59 il suo nome ha superato la soglia dei 505 voti: Sergio Mattarella è stato eletto presidente della Repubblica Italiana, il dodicesimo della storia repubblicana dopo Giorgio Napolitano. Dietro sono giunti Ferdinando Imposimato (sostenuto dal M5S), Vittorio Feltri (Lega-FdI) e Stefano Rodotà (ex M5S). 

Ieri Matteo Renzi aveva auspicato “la più ampia convergenza” sul nome del giudice costituzionale e, dopo l’elezione, ha twittato: “Buon lavoro, Presidente Mattarella! Viva l’Italia!”.

L’ex presidente Napolitano, oggi senatore a vita, poco prima dell’elezione aveva commentato: “Lo conosco sul piano dell’assoluta lealtà e correttezza, sensibilità e competenza istituzionale e certamente dell’imparzialità. Caratteristiche importantissime per disegnare la figura del capo dello Stato”. “Salto di qualità della politica”, invece, la considerazione post elezione di Napolitano.

A seguito dell’appello del premier l’Ncd del ministro Angelino Alfano ha dato il contrordine e detto sì a Mattarella. Ma i mal di pancia interni si sono sprecati e i malumori sono usciti subito allo scoperto. In disaccordo con la svolta, il capogruppo di Area popolare a Palazzo Madama, Maurizio Sacconi, ha presentato le dimissioni da presidente dei senatori di Ncd. L’ex ministro, infatti, era stato fra i più convinti, nei giorni scorsi, a non cedere al candidato presentato dal Pd.

Forza Italia – fronda interna dei fittiani compresa – ha continuato ad annunciare scheda bianca anche se Silvio Berlusconi ha valutato la situazione fino alla fine e il capogruppo Renato Brunetta non ha perso tempo ad agitare le acque sulle riforme: “Noi – ha detto oggi – ci teniamo le mani libere sulla legge elettorale” che deve tornare alla Camera, “le stesse mani libere che si è tenuto Renzi”. A disobbedire rispetto alla scheda bianca, però, è parso potesse essere Domenico Scilipoti, già protagonista assieme ad Antonio Razzi della campagna acquisti dell’ex Cav: “Sì, potrei anche votare Mattarella. – ha fatto sapere mentre varcava la soglia di Montecitorio – Disubbidendo a Berlusconi? E perché? C’é una indicazione di scheda bianca, poi ognuno è libero di fare quel che vuole. C’è libertà. Fi a un passo dalla scissione? E perché? Questo é un argomento che si vedrà dopo”.

Dall’opposizione, il M5S è rimasto sulle proprie posizioni, votando Imposimato. Tra i parlamentari ex pentastellati è prevalso invece l’orientamento a votare anche oggi Stefano Rodotà. In 6 invece hanno deciso di optare per Mattarella. Dalla Lega è stato Luca Zaia a far sapere che le preferenze del Carroccio sarebbero continuate a confluire su Vittorio Feltri.

Oggi nella quarta chiamata bastava la maggioranza assoluta: 505 voti. Sulla carta, il giudice costituzionale poteva contare su circa 645 consensi. Dopo la proclamazione nell’aula di Montecitorio, la presidente della Camera, Laura Boldrini, insieme alla vicepresidente vicaria del Senato, Valeria Fedeli, andrà da Mattarella per annunciargli l’avvenuta elezione. Quindi nei prossimi giorni il nuovo capo dello Stato dovrà recarsi alla Camera per il giuramento e il discorso di insediamento. Lo farà martedì prossimo dinanzi al parlamento riunito in seduta comune seguendo una prassi rimasta immutata dal 1948.

Chi è Mattarella – Nato a Palermo il 23 luglio 1941, dal 2011 è giudice della corte costituzionale. Il padre è stato uno dei fondatori della Democrazia cristiana in Sicilia. Il fratello, Piersanti, aveva intrapreso la carriera politica fino a diventare governatore della regione Sicilia. Attivo contro la mafia e la corruzione, il 6 gennaio 1980 fu ucciso in un agguato di cosa nostra.

Nel 1983 Sergio Mattarella, avvocato e docente di diritto parlamentare all’università di Palermo, viene eletto deputato con la Dc. Negli anni ottanta è ministro dei rapporti con il parlamento nei governi di De Mita e Goria. È ministro dell’istruzione durante il sesto governo Andreotti, ma nel 1990 insieme ad altri quattro ministri si dimette dall’incarico per protestare contro l’approvazione della legge Mammì, che favorisce le reti televisive della Fininvest. Quando il governo Andreotti chiede la fiducia, Mattarella dichiara: “Naturalmente voteremo la fiducia, ma questo non significa che non abbiamo fatto bene a dimetterci dal governo” (La Stampa, 27 luglio 1990).

È il relatore della legge Mattarella, poi chiamata “Mattarellum”, che nel 1993 riforma il sistema elettorale introducendo il sistema maggioritario. Il Mattarellum viene sostituito nel 2005 dalla legge Calderoli, nota come “Porcellum”. Tra il 1992 e il 1994 Mattarella è direttore del quotidiano Il Popolo. Dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana è uno dei promotori del Partito popolare italiano. Nel 1996, anno della vittoria elettorale dell’Ulivo guidato da Romano Prodi, è nominato capogruppo dei popolari alla camera. Finito il governo Prodi ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio nel nuovo governo D’Alema. Nel successivo governo D’Alema è nominato ministro della difesa.

Nel 2001 è eletto deputato nelle liste della Margherita e in seguito riconfermato per la lista dell’Ulivo con un incarico che ha ricoperto fino al 2008. Il 5 ottobre 2011 il parlamento lo elegge giudice della corte costituzionale.

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