Camorra, il boss Zagaria tenta di screditare l’ex sindaco Zara

di Redazione

Casapesenna – Ci risiamo. La camorra continua con la sua strategia di delegittimazione, così come già più volte accaduto si cerca di uccidere togliendo credibilità e riconoscimenti guadagnati sul campo della legalità. Non avendo più forza militare per sparare cerca di salvarsi gettando fango su vittime e sulla parte sana della società ancora più convinta a ribellarsi.

Stamattina, nel corso del processo a carico degli imputati Michele Zagaria e Giovanni Garofalo, per fatti estorsivi accaduti a Casapesenna, l’ex superlatitante ha affermato: “Mi voglio far querelare dall’avvocato Zara perché io e lui, diversi anni fa ci siamo incontrati. Una denuncia in più o in meno non mi cambierà la vita”. Alla sollecitazione del giudice, presidente di corte, e dello stesso avvocato Zara (ex sindaco di Casapesenna) a raccontare fatti e contesto, Michele Zagaria ha risposto: “lo farò quando sarò denunciato, ora mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.

Il verbale è stato, per richiesta del pubblico ministero, Giordano, e dell’avvocato Zara inviato alla Procura della Direzione distrettuale antimafia per i dovuti provvedimenti.

E’ chiara e netta l’azione di delegittimazione che il camorrista Michele Zagaria tenta di mettere in atto contro Zara che lo ha denunciato e che da anni rappresenta imprenditori antiracket, lavorando contro gli interessi del clan dei Casalesi. A tal proposito e sui fatti accaduti questa mattina, l’avvocato Giovanni Zara dichiara: “Non accetto che un criminale come lui, che non merita nessun tipo di rispetto, ed il cui destino è e può essere solo il carcere a vita, si permetta anche solo di nominarmi gettando la benché minima ombra sulla mia persona. La mia credibilità e la mina onestà fanno evidentemente paura all’imputato Zagaria che non potendo più difendersi dalla reale accusa di essere stato la rovina del suo paese e della sua famiglia, punta a delegittimare chi come me ha scelto di stare dalla parte opposta alla sua. Mi rendo conto che il carcere sia una condizione difficile da sopportare, anche per colui che è stato sempre costretto a nascondersi, ma la sua rabbia non può indirizzarla né contro di me né contro gli imprenditori vittime del suo agire camorristico”.

“Se ha pensato – conclude Zara – che potesse intimorirmi ha sbagliato un’altra volta i conti. Non mi fece paura né lui né i suoi ambasciatori, nel 2008 quando era latitante figurarsi ora. L’insinuazione non l’ho mai consentita a nessuno, e certo non la consento ad uno come Zagaria. Continuerò a rappresentare gli imprenditori che si sono opposti al racket e dritto sulla schiena e convinto delle mie azioni. La resa dei conti è nei fatti”.

Il Comitato Don Diana ed il coordinamento provinciale casertano dell’associazione Libera si schierano al fianco di Zara: “La delegittimazione è un’arma pesante che nei territori violentati dalla camorra non è nuova. L’abbiamo conosciuta già nel 1994 dopo l’omicidio di don Giuseppe Diana. L’obiettivo della camorra che è stata privata, grazie alle operazioni delle forze dell’ordine, dell’ala militare è evidentemente tentare di imporsi nuovamente minando la credibilità della società sana e di quei cittadini che hanno dimostrato da che parte stanno. L’avvocato Zara si è costituito parte civile in significativi processi di camorra e mai l’avrebbe potuto fare se il suo cammino professionale e personale avesse avuto una qualche ombra. Le affermazioni del camorrista Michele Zagaria, rese stamattina in udienza, mirano chiaramente a delegittimare la sua figura ma quelle stesse affermazioni incontrano un muro alto pronto a respingere ogni tipo di dubbio”.

La posizione del Comitato e di Libera è netta: “Zara ha denunciato e fatto denunciare fatti che sono contrari agli interessi del clan dei Casalesi e non si può consentire che un camorrista tenti di dire o insinuare il contrario. La camorra è in evidente stato di debolezza, serriamo i ranghi e continuiamo a lottare per il nostro riscatto”.

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