Caserta – In questi giorni molti cittadini della provincia di Caserta si sono visti recapitare, con modalità irrituale, una missiva dalla società “Ati Sea Itambiente” in cui i destinatari venivano intimati al pagamento di 61 euro, di cui al bollettino allegato alla medesima ed intestato a “Terra di lavoro s.p.a”, per il controllo d’ufficio degli impianti termici, relativo al biennio 2009/2010.
Considerato che le modalità del censimento, nella scelta del campione da sottoporre a controllo, sono poco chiare e nient’affatto trasparenti, molte sono le lamentele dei cittadini dei comuni interessati, poiché sanzionati, pur non avendo un impianto termico funzionante ovvero istallato dopo il biennio 2009/2010.
Ad onor del vero già alcuni Comuni, come Camigliano e Caiazzo, per il tramite dei loro sindaci hanno chiesto formalmente alla Procura della Repubblica, nonché alla stessa Provincia di Caserta di intervenire, al fine di porre fine alle irregolarità perpetrate ai danni dei cittadini che in buona fede effettuano il pagamento pur non essendovi tenuti.
Va ricordato che le Province d’Italia inoltrano ai cittadini una richiesta di pagamento sulla base del decreto legislativo 192/05, modificato ancora dal decreto legislativo 311/06, nel quale, all’allegato “A”, sono contenute le disposizioni relative alla manutenzione degli impianti termici soggetti a controllo.
La normativa del 2006 pone le seguenti regole: per gli impianti alimentati a combustibile liquido o solido indipendentemente dalla potenza ovvero per quelli alimentati a gas (caldaie) di potenza nominale maggiore od uguale a 35 kw: il controllo deve avvenire almeno una volta all’anno;
per gli impianti a gas di potenza inferiore a 35 kw dotati di generatore di calore con anzianità di installazione superiore agli 8 anni, nonché scaldabagni dotati di generatore di calore ad acqua calda a focolare aperto installati all’interno dei locali abitati: il controllo deve avvenire almeno una volta ogni due anni;
per gli impianti di potenza inferiore a 35 kw con anzianità inferiore agli 8 anni e, comunque, non rientranti nelle precedenti categorie: il controllo deve avvenire almeno una volta ogni quattro anni.
È vero che la tassa provinciale sulle caldaie richiesta dalla Provincia di Caserta garantirà una maggiore sicurezza ai cittadini, ovviando ai rischi connessi all’uso di caldaie non revisionate che potrebbero creare gravi problemi per la pubblica incolumità, oltre a garantire un maggiore risparmio energetico ed inquinamento atmosferico.
Tuttavia, i buoni propositi della normativa del 2006 vengono puntualmente sviliti dalle modalità utilizzate dalla Società appaltatrice, incaricata di effettuare i controlli d’ufficio. Le richieste dell’Ati Sea Itambiente sono illegittime poichè contrarie a quanto disposto dalla normativa del 2006.
Non solo. Nel 2008 la stessa Provincia di Caserta, con delibera del Consiglio provinciale numero 52 del 9 dicembre – Regolamento per l’esecuzione del controllo del rendimento di combustione e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici della Provincia di Caserta, emesso in rispetto delle prescrizioni e degli obblighi stabiliti nell’Allegato A) del decreto legislativo 311/2006 e della legge numero 10 del 1991, all’articolo 4 rubricato – Obblighi del responsabile dell’impianto termico – comma 3 lettera C3, è stabilito che “per gli impianti termici di potenza focolare inferiore ai 35 Kw il controllo deve avvenire ogni quattro anni e non già ogni due”.
Tra l’altro, la richiesta di pagamento è difforme da quanto previsto dall’allegato A del Dpr 74/2013, il quale prevede che il controllo degli impianti di potenza termica superiore ai 10 Kw ed inferiore ai 100 Kw alimentati a gas, metano o a Gpl, vada effettuato ogni quattro anni (articolo 9 comma 2 Dpr 74/2013).
Risulta allora evidente che molti cittadini inclusi nel controllo d’ufficio sono esenti dal pagamento della tassa in quanto a scadenza quadriennale e non come disposto dalla società Ati Sea Itambiente a scadenza biennale.
Considerato che con queste modalità, le richieste di pagamento della tassa provinciale sugli impianti termici assomiglia più all’ennesimo tentativo di far cassa a danno dei cittadini, la sede Codacons Onlus di Bellona invita i sindaci dei Comuni interessati dal controllo ad attivarsi fattivamente per porre fine a tale illegalità.
Ogni cittadino, tuttavia, deve comunicare alla Ati Sea Itambiente con un congruo preavviso e tenuto conto della data fissata per il controllo e delle caratteristiche dell’ impianto termico di ognuno (data di prima accensione, potenza focolare, tipo di alimentazione, eccetera), di non esser tenuto al pagamento di alcuna tassa.
Le responsabili della sede Codacons di Bellona sono a completa disposizione di chiunque volesse ulteriori chiarimenti in merito.
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