Aversa – Tre affiliati al clan dei casalesi, fazione Schiavone, sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta tra le province di Napoli e Terra di Lavoro. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, turbata libertà degli incanti, ricettazione, porto abusivo di armi e fittizia intestazione di beni. Reati tutti, ad eccezione della turbata libertà degli incanti, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea (procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e sostituti Conzo, Giordano e D’Alessio), che trae origine da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha permesso di acclarare l’illecita assegnazione del servizio di gestione delle aree di sosta, rimozione e blocco dei veicoli nel Comune di Aversa, nel periodo compreso tra il 2009 ed il 2013, ad un’associazione temporanea di imprese contigue al sodalizio criminale.
Tra l’altro, uno dei destinatari del provvedimento cautelare, Luigi Russo (imprenditore nel settore della balneazione), al fine di ottenere l’appalto per la gestione dei parcheggi si sarebbe rivolto, secondo gli investigatori, a Pasquale Vargas, elemento di primo piano del gruppo Schiavone, all’epoca referente di Nicola Schiavone (figlio del boss Francesco “Sandokan”) per la zona di Aversa, ed ora collaboratore di giustizia.
Luigi Russo deteneva armi, per conto di Vargas, poiché ritenuto insospettabile e quindi poco controllabile dalle forze di polizia. Ed alcuni lidi di balneazione siti a Castel Volturno avevano come intestatari fittizi lo stesso Russo ma in realtà erano riconducibili alla famiglia Vargas.