Mondragone – Dopo aver speso circa 140/mila euro di affitto decennale della cava dismessa in località “Cantarella” per fronteggiare l’emergenza dello stoccaggio dei rifiuti, la giunta comunale di Mondragone è stata folgorata dall’intento di acquisire al patrimonio comunale l’area del predetto sito al costo di una decina di migliaia di euro.
Mentre tale operazione sarebbe stata possibile necessariamente con una procedura di esproprio, stante l’urgenza del tempo (nel 2004) per il reperimento di discariche di rifiuti solidi urbani, difficilmente potrà tuttora avvalersi della stessa procedura in assenza dell’avvio del procedimento espropriativo, a termini di legge, che dev’essere preceduto dall’obbligo della comunicazione ai proprietari, sin dal momento dell’approvazione dello strumento urbanistico o di apposita variazione dello stesso, che siffatto vincolo sia apposto. Entro cinque anni dall’apposizione del vincolo, deve essere adottato il provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità che, a mente dell’art. 12 del d.p.r. n.327/2001, può derivare dall’approvazione del progetto definitivo di un’opera pubblica o, nella fattispecie, del piano di recupero della zona.
Difficilmente l’amministrazione potrà intraprendere un simile iter procedimentale, facilmente impugnabile, in quanto non sussiste un’emergenza trascurata per oltre un decennio e che possa giustificare la dichiarazione della pubblica utilità finalizzata alla bonifica dell’area che comunque può essere eseguita in attuazione del rapporto pattizio raggiunto con la stipula del contratto di affitto. Pertanto, l’acquisizione potrà effettuarsi lecitamente solo con l’accordo bonario di cessione del bene e, quindi, alla stregua di una trattativa tra privati e alle condizioni del libero mercato nella misura del valore venale dello stesso.
Da quanto sopra esposto si evince con amarezza che da qualche decennio la città (?) di Mondragone sia stata amministrata da un manipolo di politici nostrani privi di saggezza e buon senso, disposti e prodighi particolarmente a salvaguardare i propri scranni assumendo, peraltro, bizzarri atti amministrativi. Infatti, nella fattispecie, la Giunta comunale adotta un atto di indirizzo, di espressa competenza del Consiglio comunale (art. 42.1 del Tuel n.267/2000) delegando all’ufficio tecnico la trattativa per la cessione volontaria con i proprietari dell’area, espressione specifica dell’attuazione degli indirizzi del consiglio assegnata dall’art.48.2 del t.u.e.l. alle competenze della giunta che riferisce al consiglio sulla propria attività, svolgendo attività propositive e di impulso nei confronti dello stesso, mentre alla ripartizione tecnica compete l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi e tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo.
Paolo Palmieri
Sotto la copia della delibera di Giunta n. 15/2015