Sagliocco “padrone” della Città, tutto il resto è noia

di Nicola Rosselli

Aversa – Il sindaco di Aversa Giuseppe Sagliocco è padrone assoluto della città normanna, politicamente parlando. Il primo cittadino, alla guida dal maggio del 2012, di una coalizione di centrodestra, benché mutilata in una sua parte, è riuscito in un capolavoro politico.

Un atto di bravura, bisogna riconoscerlo, anche se aiutato dalla scomparsa, in pratica, dei partiti e dalle pochezze umane di un consiglio comunale che non è stato mai così poco rappresentativo, sia nella sua componente di maggioranza che in quella dell’opposizione.

Sagliocco, al quale l’allora Pdl fu costretto a ricorrere per porre riparo ad una situazione che avrebbe potuto portarlo alla sconfitta, ha dimostrato di essere capace non solo di togliersi i classici sassolini da entrambe le scarpe, annientando fisicamente e politicamente i suoi vecchi amici /nemici di Forza Italia, che gli avevano reso impossibile la rielezione nel consiglio regionale di via Santa Lucia, ma anche di divenire padrone assoluto dello scenario politico cittadino, in verità assai desolante e privo di figure politiche di spessore tale da poterlo impensierire.

Sagliocco lo dimostra in ogni momento. Nel rinnovare la giunta, ad esempio, non si fa influenzare più di tanto (e scansando Elia Barbato e Nicla Virgilio che quelle due poltrone se le sono guadagnate a suon di preferenze personali) fa il bello e il cattivo tempo togliendo e mettendo chi vuole lui, senza nemmeno preoccuparsi di consultare quelli che dovrebbero essere i rappresentanti delle forze politiche che compongono la coalizione. Ma quali sono queste forze politiche? Chi sono i loro rappresentanti? I segretari cittadini? Inutile nascondersi dietro un’ipocrisia crassa: oggi assistiamo ad un’accozzaglia di persone (alcune che addirittura non si premurano più nemmeno di trovarsi un’etichetta politica) che danno vita ad un consiglio comunale praticamente allo sbando e irreggimentato solo grazie alle redini tenute strette di Sagliocco che, con quel suo fare sornione ( a volte anche incazzato oltre il lecito) e con quel sigaro spento tra le labbra, riduce a miti consigli, per non dire all’impotenza, consiglieri comunali che, in pratica, devono rendere conto solo a loro stessi, essendo scomparsi i partiti di riferimento.

Un esercizio, un’attività, questa del sindaco aversano, che diventa un’attività meritoria (almeno per chi non vuole elezioni anticipate) considerato che riesce (per capacità o con promesse non sta a noi stabilirlo) ad evitare il ‘rompete le righe’ ed ‘andate tutti a casa’. Una soluzione che, a seconda dei punti di vista, alcuni considererebbero auspicabile, ma che altri trovano deleteria per Aversa.

Quello che appare sempre più chiaro in questa nuvolosità estrema del panorama politico cittadino è una verità che abbiamo sempre affermato e che si dimostra sempre più vera: Sagliocco andrà a casa quando lo vorrà.

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Redazione
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