Roma – La crisi economica e la difficile situazione lavorativa continuano a mettere in ginocchio le famiglie italiane. A confermarlo è il documento “Noi Italia”, formulato dalla Caritas nel Rapporto Europa sull’impatto della crisi, e dall’Istat.
L’analisi risale al 2013 e mette in evidenza un dato allarmante ma già ampiamente diffuso: un italiano su quattro è a rischio povertà.
Secondo i dati raccolti, il 23% della popolazione soffrirebbe una situazione di disagio economico mentre coloro che presentano una spesa per consumi, inferiore alla soglia di riferimento, superano i 10 milioni, circa il 16,6% del popolo.
Da aggiungere il dato relativo alla povertà assoluta che coinvolge 6 milioni di persone, il 7,9% delle famiglie. Tuttavia, si tratta di numeri inferiori rispetto a quelli raccolti nell’analisi sulla povertà nell’anno precedente.
Considerando i Paesi europei, la Caritas ha tracciato un quadro generale in cui ha evidenziato i territori a maggiore rischio: Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania e Cipro.
Il documento ha mostrato che alla fine del 2013, il 24,5% della popolazione europea – 122,6 milioni di persone, un quarto del totale – era a rischio di povertà o esclusione sociale, 1,8 milioni in meno rispetto al 2012.
Sarebbe la Romania a registrare il tasso di povertà più elevato, pari al 40,4%, mentre l’Italia rientrerebbe nei valori medi: 28,4%.
In merito alla povertà assoluta invece, nel Rapporto Europa si è notata una diminuzione, dal 2012 al 2013, da 9,9 al 9,6%. Anche in questo caso, punte massime si registrano in Romania, con il 28,5%, e in Grecia con il 20,3% della popolazione.
Numeri preoccupanti anche sul fronte giovanile. In Italia, secondo le rilevazioni Istat, sono due milioni e mezzo i giovani che, tra 15 e 29 anni, non studiano e non lavorano, i cosiddetti “Neet”. Rispetto al 2013, si tratta del 26% degli under 30, più di 1 su 4.