Isis, decapitato ostaggio giapponese. Obama: “Salvare prigioniera Usa”

di Stefania Arpaia

Tokyo – Prosegue l’orrore jihadista. Lo avevano promesso e lo hanno fatto: il giornalista giapponese Kenji Goto, nelle mani dei terroristi dell’Isis, è stato brutalmente decapitato.

La notizia è stata diffusa dal Site, il sito di monitoraggio del jihadismo. Il reporter era stato catturato insieme ad un altro ostaggio giapponese, Haruna Yukawa, anch’egli decapitato lo scorso 25 gennaio. Per la liberazione dei due era stato chiesto un riscatto di 200 milioni di dollari.

Dopo la morte di Yukawa, i terroristi avevano chiesto la liberazione della kamikaze Sajida Rishawi in carcere in Giordania in cambio della vita di Goto e del pilota giordano nelle loro mani, ma al momento della mancata scarcerazione hanno ucciso l’uomo.

Il video della decapitazione, di un minuto e 7 secondi, prodotto da al-Furqan Media Foundation e diffuso su Twitter, mostra il boia “John” che impugnando un coltello afferma: “Voi giapponesi, come i vostri stupidi alleati nella coalizione satanica, dovete ancora capire che noi, per grazia di Allah, siamo un califfato islamico con autorità e potere, un intero esercito assetato del vostro sangue. Abe – riferendosi al primo ministro giapponese – data la tua spericolata decisione di partecipare ad una guerra che non potete vincere, questo coltello non solo sgozzerà Kenji, ma continuerà la sua opera e causerà carneficine ovunque la vostra gente si troverà. L’incubo per il Giappone è incominciato”. Nel video nessun accenno alla vita del pilota giordano.

“Si tratta di un deplorevole atto di terrorismo”, ha dichiarato un portavoce del governo giapponese. Il premier Shinzo Abe: “Il Giappone avrà tolleranza zero contro il terrorismo e lavorerà a stretto contatto con la comunità internazionale. Tutelare la sicurezza dei cittadini giapponesi è responsabilità del governo e io sono la persona che ha la responsabilità maggiore”. Il primo ministro fa sapere che Tokyo incrementerà gli aiuti umanitari verso il Medioriente.

“Ringrazio il governo, il ministero degli Esteri e il popolo giapponesi, nonché il mondo intero per il sostegno manifestato: speravo che Kenji potesse tornare vivo a casa, ringrazio tutti quanti ci hanno sostenuto”, ha dichiarato Junichi Goto, fratello del reporter ucciso.

Addolorata la moglie: “Resto estremamente orgogliosa di mio marito che ha riferito la condizione delle persone in aree di conflitto come l’Iraq, la Somalia e la Siria. Era la sua passione a rimarcare gli effetti sulla gente comune e in particolare attraverso gli occhi dei bambini, informarci sulle tragedie della guerra”, ha scritto in una nota, diffusa dal sito del gruppo britannico Rory Peck Trust.

Intanto, anche una donna americana, cooperante umanitaria, 26 anni, sarebbe nelle mani dell’Isis, catturata lo scorso anno. Obama, in un’intervista alla Nbc, ha detto: “C’è anche una donna americana ostaggio degli efferati miliziani dell’Isis”. Il presidente ha rassicurato che il governo americano sta utilizzando tutti gli strumenti necessari per scovare il nascondiglio dell’ostaggio. L’amministrazione americana ha chiesto di non diffondere l’identità della donna per motivi di sicurezza. 

Il segretario generale dell’Onu, Ban ki-Moon: “Condanno nei termini più forti il barbaro assassinio del giornalista giapponese Kenji Goto da parte dell’Isis. La sua morte sottolinea la violenza a cui tanti sono sottoposti in Iraq e in Siria”.

Lanciato un nuovo appello affinchè ci sia “il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi detenuti dall’Isis” e da altri gruppi di estremisti.

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