Pomigliano (Napoli) – “Il Governo non dovrebbe stare a guardare chi ha perso e chi ha vinto a Pomigliano, ma impegnarsi per far portare qui una seconda produzione”. Lo ha sottolineato Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, a Pomigliano d’Arco, aggiungendo che lui ed i delegati sapevano “benissimo che lo sciopero in Fca sarebbe fallito, ma serviva per riaccendere i riflettori su ciò che accade”.
“Se resta un solo modello cosa accadrà? – ha aggiunto -. Che lavoreranno sempre gli stessi. Qui c’è mezza fabbrica dentro e mezza fuori in contratti di solidarietà, e la linea della Fiat è fatta propria dai governi che si sono succeduti. Nel 2010 il ministro Sacconi diceva che l’accordo di Fiat era la strada da seguire per uscire dalla crisi, ma in questi anni la disoccupazione è aumentata ed il modello Pomigliano sta peggiorando le condizioni di lavoro in ogni impresa. Da Monti, Letta, Renzi, la linea politica sul lavoro è la stessa, ed è quella attuata da Fca negli stabilimenti cambiando il modello sociale.
L’azienda tenta di costruire un rapporto con i singoli lavoratori, per distruggere i sindacati che devono difenderne i diritti. E così il fa il governo quando dice che non discute dei problemi del lavoro con i sindacati, senza chiedere, quindi, ai diretti interessati se gli stanno bene i provvedimenti adottati. Dobbiamo dire con forza – ha concluso Landini – che vogliamo un nuovo modello, e che se per fortuna c’è da lavorare, lo devono fare tutti”.
“C’è stato un gran trambusto su quella che ho definito ‘coalizione sociale’, perché fa paura, e perché non si vogliono affrontare i veri problemi”, ha detto Landini, sottolineando che “solo unendoci tutti si può trovare una soluzione ai problemi”. “A me – ha proseguito – non importa nulla di un nuovo partito.
Ci sono tanti ‘fenomeni’ politici nuovi, come il superpolitico di Firenze, oppure Grillo, o altri. Ma nessuno è stato capace di fermare l’allontanamento delle persone dalla politica, perché la gente si sente sola ad affrontare i propri problemi. Qui c’è bisogno di inventarsi nuove forme di lotta che vadano oltre gli scioperi, perché il Governo ha detto che non gli interessa se la gente scende in piazza, loro continueranno a fare quello che vogliono”.