Pomigliano, operaio “in croce” davanti alla Fiat

di Redazione

Pomigliano (Napoli) – Ha indossato la tuta della Fiat, per la quale era operaio fino al suo licenziamento, avvenuto lo scorso giugno, ed è salito sulla croce innalzata davanti all’ingresso 2 dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, proprio mentre Sergio Mattarella giurava a Montecitorio.

Marco Cusano, uno dei cinque esponenti del comitato di lotta “cassaintegrati e licenziati dello stabilimento di Pomigliano”, licenziati a giugno a seguito di un’altra protesta, ha affermato che il Jobs act “ha messo in croce i lavoratori ed i loro diritti”.

Sulla croce, dove è stato tenuto grazie a delle corde, invece della scritta “Inri”, un cartello con la scritta “Jobs act è la fine dei diritti”. “Noi non ci stiamo a restare su questa croce – ha detto prima di scendere – e domani andremo davanti al Quirinale per chiedere al neopresidente della Repubblica di essere ricevuti e chiedergli di difendere davvero i più deboli”.

“Siamo i poveri senza lavoro tra un mese senza nessun sussidio…”, è il volantino del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat: “La legge non è uguale per tutti. Domani 4 febbraio alle ore 5 del mattino partiranno Marco Cusano, operaio licenziato del reparto confino di Nola, oggi crocefisso fuori i cancelli di Pomigliano e una delegazione del Comitato di lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat chiedendo udienza al Presidente della Repubblica dopo che nel suo primo discorso sottolineò di stare dalla parte della povera gente. I cinque licenziati del polo logistico di Nola chiederanno al presidente Mattarella di esprimersi e di intervenire in merito alle cause di lavoro che da anni si moltiplicano all’interno del tribunale di Nola dove neanche la legge Fornero e in grado di far svolgere cause brevi per mancanza di personale. Oggi fuori i cancelli Fiat, domani al Quirinale. Questa non sarà la crocifissione della classe operaia sull’altare della crisi. Questo è un gesto simbolico per confermare ancora una volta che gli operai sono decisi a scendere dalla croce impostaci, che ci vorrebbe umiliati, immobili”.

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