Riforme, Bersani: “Usiamo il metodo Mattarella”

di Emma Zampella

Matteo Renzi riunisce il partito e vorrebbe mettere sul tavolo le riforme del 2015. Ma nel Pd c’è qualche elemento mancante, come la minoranza dem, che ha deciso di di disertare l’appuntamento in cui il Premier avrebbe voluto discutere di scuola, Rai, ambiente e Fisco.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il varo del Jobs Act. Per Pieri Luigi Bersani sarebbe necessario usare il metodo Mattarella e quindi individuare un percorso interamente condiviso da destra e sinistra. “È ora di discutere seriamente – continua Bersani –  non per spot. Attenzione che stiamo cambiando forma alla nostra democrazia e non sono cosucce da poco”. Sulla partecipazione all’iniziativa al Nazareno “ognuno farà quel che vorrà. Io gliele ho mandate quattro idee. Non in burocratese, molto brevi. Praticamente ho partecipato, no? Al di là delle battute è ora di discutere sul serio”, ha spiegato l’esponente del Pd.

Quanto poi alle sue pretese ha aggiunto: “Io non ho niente da chiedere, però alle mie idee non ci rinuncio, sia chiaro”, ha poi affermato. “Spero che siano dietrologie dei commentatori. Rubricare tutto in una logica di potere è un insulto”, ha commentato poi le indiscrezioni stampa secondo cui la minoranza Pd sarebbe in subbuglio perché Renzi si appresterebbe a maggio a cambiare gli equilibri dei gruppi parlamentari. Anche Gianni Cuperlo, leader di Sinistra Dem, torna sulle polemiche scrivendo a Matteo Renzi e motivando l’assenza dell’area alla riunione. “Sul Jobs Act il governo ha ignorato esattamente suggerimenti e linee votati dalla direzione, sulla riforma costituzionale non avete tenuto conto neppure di un voto”, sostiene spiegando che “in tre minuti riesco a risolvere dei quiz e non la riforma fiscale”. Renzi non sembra convincere i malpancisti del Pd. Chi ha deciso di declinare l’invito, lo fa a titolo personale. “Nessun ordine di scuderia”, assicurano i bersaniani.

Ma di fatto tanti parlamentari di Area riformista e di sinistra dem, oltre ai civatiani, hanno deciso di non partecipare. C’è il capogruppo Roberto Speranza e ci sono altri esponenti della minoranza come Francesco Boccia. Ma tanti altri spiegano di non aver gradito modi e tempi del confronto. “Non mi sembra una formula utile e seria”, dice Alfredo D’Attorre. “Mi pare ci sia stato un eccesso di polemica, che a mio parere non è utile, ma rispetto le opinioni di tutti, anche quelle che non condivido”, commenta il vice segretario Pd Roberto Guerini che non ha affatto gradito le dichiarazioni di Bersani ad Avvenire. A polemizzare con Renzi, però, non ci sono solo le teste calde della sinistra dem. Anche la base è in fermento, come dimostrano gli studenti che durante la direzione hanno protestato davanti al Nazareno.

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