Terni – Ottanta tonnellate di acciaio, per un valore di circa 100mila euro, sono state rubate in un mese nel Centro di finitura dell’Ast di Terni.
Per il furto il Corpo Forestale, al termine dell’indagine “Acciaio d’oro”, ha arrestato un dirigente di una società satellite delle acciaierie, un camionista e un gruista di una ditta che ha in appalto il servizio di trasporto di tali materiali; ai domiciliari, invece, il titolare della stessa ditta, un addetto “compiacente” alla portineria e il proprietario di un centro di recupero rottami dove sarebbe finito il metallo.
I reati contestati a vario titolo dagli inquirenti vanno dall’associazione per delinquere per la commissione di furti aggravati e continuati alla ricettazione. I furti – è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa al comando regionale del Cfs – sono avvenuti nel reparto dell’Ast dove avviene la rifinitura dei prodotti in acciaio realizzati dall’azienda. In pratica, i residui anziché essere trasportati nella sede principale di viale Brin per essere fusi e riutilizzati nel ciclo produttivo (o essere rivenduti a clienti esterni) sarebbero stati sottratti più volte – secondo gli investigatori – e conferiti illegittimamente al centro che commercializza materiale ferroso, a Foligno.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal procuratore di Terni Cesare Martellino, dal pm Elisabetta Massini, che ha coordinato le indagini del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale di Terni, e dal comandante regionale del corpo forestale Guido Conti.
Nel corso degli accertamenti sono stati installati Gps sui veicoli utilizzati per il trasporto. “È stata un’indagine lunga e complessa – ha detto Martellino -, svolta ricorrendo a sofisticati strumenti. È infatti massimo l’impegno della procura di Terni nella lotta alla criminalità. Per fronteggiare al meglio il fenomeno abbiamo costituito pool di magistrati specializzati. Durante l’indagine siamo stati in contatto con dirigenti tedeschi della ThyssenKrupp che hanno apprezzato l’indagine”.
“Tutti conosciamo le difficoltà dell’Ast” ha detto il pubblico ministero Massini. “Con l’operazione ‘Acciao d’oro’ – ha aggiunto – abbiamo dato il nostro contributo per aiutare una realtà importante per Terni. Certamente il commercio illecito non aiuta nessuna economia”.
Insieme ai sei arrestati è stata indagata a piede libero una donna che avrebbe svolto il ruolo di staffetta durante i viaggi. Ulteriori accertamenti sono in corso da parte della foreStale per comprendere se altri furti sono stati commessi con le medesime modalità ai danni dell’Ast.