Rubavano scooter al centro commerciale di Palermo, 10 arresti

di Redazione

Palermo – Rubavano scooter parcheggiati all’interno di un centro commerciale “La Torre” di Palermo e poi ne chiedevano il riscatto: il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”.

Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di furto aggravato, ricettazione ed estorsione, i carabinieri della compagnia di San Lorenzo hanno arrestato dieci persone, accusate di far parte di un’organizzazione criminale che, in cambio di denaro, restituiva le moto rubate precedentemente. Sette persone sono finite in carcere e tre sono agli arresti domiciliari. Recuperati 14 ciclomotori non riconsegnati e documentati circa cinquanta episodi di spaccio di droga.

Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero agito seguendo una prassi ben collaudata: dopo il furto dei motocicli, chiedevano ai legittimi proprietari il pagamento di un riscatto per ottenere la restituzione dei mezzi.

Le indagini, partite a novembre 2013 e terminate lo scorso marzo, hanno preso il via dalle numerose denunce di furti di motoveicoli in particolare nelle aree parcheggio del centro commerciale La Torre. Dall’analisi congiunta delle denunce e dei successivi – spesso incredibilmente tempestivi – ritrovamenti dei mezzi, i militari hanno sospettato che le vittime dei furti fossero anche vittime di un giro di estorsione culminante nella restituzione del veicolo.

“E’ stato accertato che le vittime dei furti – scrivono in una nota i carabinieri – preferiscono attivarsi per le ricerche del veicolo prima ancora di sporgere denuncia e, nei casi in cui riescono ad individuare tempestivamente il canale per giungere agli autori del reato, rientrando in possesso del bene loro illecitamente asportato dopo aver pagato la somma di denaro pattuita. E’ inoltre emerso come il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ finisca per essere accettato con rassegnazione da chi patisce il furto di un veicolo”.

In entrambi gli ambiti criminali, estorsioni e spaccio di stupefacenti, gli indagati avrebbero acquisito il monopolio dei furti di motocicli nei quartieri San Giovanni Apostolo – Cep, Uditore e Cruillas, “rappresentando, d’altro canto, un costante punto di riferimento per alcuni consumatori di hashish e cocaina nel quartiere Cruillas”.

Attraverso l’analisi delle immagini registrate dal sistema di video-sorveglianza del centro commerciale, i militari hanno scoperto l’esatta dinamica dei furti. Il copione era sempre lo stesso: la banda prima effettuava accurati sopralluoghi, in particolare girando a bordo di uno scooter alla ricerca di un motociclo da rubare. Una volta scelto il mezzo, uno dei due rompeva il bloccasterzo e lo “guidava” grazie alla spinta che l’altro, rimasto in sella al loro motociclo, esercitava con la gamba. Si stima che gli indagati, tutti nullafacenti, riuscissero a ricavare dalle attività illecite circa duemila euro al giorno.

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