Donetsk – E’ di almeno 10 morti il bilancio provvisorio degli scontri tra separatisti e truppe governative in Ucraina. Dopo i razzi lanciati ieri contro il quartier generale ucraino a Kramatorsk, un minibus è stato colpito a Donetsk da proiettili causando la morte di almeno sei persone, tra cui un autista, ed il ferimento di otto.
Lo riferiscono le autorità dell’autoproclamata Repubblica. Sempre a Donetsk, controllata dai separatisti ucraini filo-russi, 4 civili sono rimasti uccisi da colpi di artiglieria che hanno centrato la stazione degli autobus e una vicina fabbrica. Il bilancio parla anche di almeno cinque feriti. Il tutto a poche ore dall’inizio a Minsk dell’atteso summit a quattro tra il presidente russo Vladimir Putin (la cui presenza è stata confermata dal Cremlino), l’ucraino Petro Poroshenko, il francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca, Angela Merkel.
Sul fronte militare, sono 19 i soldati uccisi e 78 quelli rimasti feriti nelle ultime 24 ore nella ‘sacca’ di Debaltseve, dove i separatisti stanno accerchiando le truppe di Kiev. Lo sostiene il portavoce delle forze armate ucraine, Vladislav Selezniov, citato dall’agenzia Interfax. La stessa agenzia riferisce di un cacciabombardiere russo Su-24 precipitato nella regione di Volgograd al confine con le regioni orientali dell’Ucraina. Secondo il ministero dell difesa russo, l’aereo sarebbe caduto per un errore umano o a causa di un problema tecnico.
Il vertice di Minsk – Hollande e Merkel hanno intanto confermato che nel pomeriggio saranno a Minsk per “tentare di fare di tutto” come minimo per un cessate il fuoco ma anche per tentare di trovare una soluzione duratura. Lo ha reso noto l’Eliseo dopo l’ultimo contatto telefonico tra il presidente francese ed il cancelliere tedesco. Questi si vedranno nel pomeriggio con il presidente russo, Vladimir Putin, e l’ucraino Petro Poroshenko. Il vertice è previsto per le 17 locali (le 15 in Italia). Il leader ucraino ha confermato il suo impegno nel summit di Minsk: “Troveremo un compromesso all’interno del Paese, dobbiamo difendere la pace, dobbiamo difendere l’Ucraina”, ha dichiarato in una visita a Kramatorsk.
“Proprio per questo vado a Minsk, per fermare le ostilità immediatamente e senza condizioni e avviare il dialogo politico, senza interferenze esterne”, ha aggiunto. Al summit sarà presente anche il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che si è detto sicuro che i negoziati si concluderanno con una soluzione politica: “Secondo nostra comune convinzione – ha riferito Lavrov in conferenza stampa – la situazione in Ucraina non può essere risolta con mezzi militari, il cammino verso la pace passa attarverso il dialogo diretto tra il governo di Kiev e coloro che vogliono difendere la loro terra nel sud-est e noi dobbiamo garantire i loro dritti, i dritti di tutto coloro che vivono in Ucraina”.
Da Mosca filtra un certo ottimismo sull’esito del vertice. Secondo una fonte diplomatica russa, esiste un 70% di probabilità che oggi venga raggiunto un accordo sulla crisi: “I presidenti non stanno andando a Minsk inutilmente”. Meno positive invece le sensazioni che filtrano dal portavoce della Merkel, che avverte che al momento “c’è un barlume di speranza, niente di più”. Nelle notte era emerso che gli unici aspetti su cui non ci sarebbe ancora accordo sono lo status legale delle due regioni ribelli di Donestk e Lugansk, che si sono autoproclamate repubbliche indipendenti, e l’esito delle elezioni locali, non riconosciute da Kiev. Un’intesa ci sarebbe invece sulla priorità di un cessate il fuoco immediata e sulla zona cuscinetto demilitarizzata tra le truppe di Kiev e i separatisti.
La situazione si è complicata dopo l’ultimatum di Barack Obama pronunciato l’altro ieri davanti alla stessa Merkel, ricevuta nello studio ovale della Casa Bianca: se i negoziati si chiuderanno con un nulla di fatto, allora si aprirà la strada per altre decisioni e gli Stati Uniti sono pronti a fornire armi a Kiev. A questo proposito va registrata la notizia diffusa dall’agenzia russa Ria Novosti che riferisce della presenza di militari americani in Ucraina per discutere l’addestramento al combattimento della guardia nazionale di Kiev. La replica è venuta direttamente da Putin, che in un messaggio alla diplomazia russa ha detto di non accettare pressioni e la Russia – ha avvertito – continuerà a portare avanti la sua politica estera.
Il presidente ucraino Poroshenko ha intanto fatto sapere che sarà domani a Bruxelles, al vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue, per informarli degli ultimi sviluppi della situazione, dopo il summit di oggi a Minsk. La presenza del leader ucraino è stata confermata da alte fonti europee, che hanno precisato che “il significato politico dell’invito è chiaro: la Ue è dalla parte di chi è aggredito” dalla Russia. Fonti europee indicano che, in caso di “chiaro fallimento” del negoziato di oggi, “l’inasprimento delle sanzioni economiche” contro la Russia “sarà sul tavolo” del vertice europeo di domani e ci si attende che i leader “daranno incarico alle istituzioni europee di prepararle”. Lo stesso Poroshenko ha poi dichiarato di essere pronto a introdurre la legge marziale in tutto il paese in caso di ulteriore escalation del conflitto con i separatisti filorussi. “Non esiterò a prendere tale decisione, se le azioni degli aggressori portano a una ulteriore escalation”, ha detto il presidente durante una riunione con il governo prima di partire per il vertice di Minsk. “Il governo e il parlamento sono pronti”.