Taranto – Tra i politici rinviati a giudizio dalla procura di Taranto per favoreggiamenti all’Ilva, nell’ottica del caso “Ambiente svenduto”, rientra anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
Vendola è accusato dai pm di concussione per aver pressato Giorgio Assennato, direttore generale dell’Arpa Puglia, al fine di “ammorbidire” la rigida posizione dell’agenzia ambientale nei confronti del colosso siderurgico.
Secondo il procuratore Remo Epifani, nel 2010 Vendola tenne una riunione con i dirigenti regionali e i vertici dell’Ilva, all’incontro fu invitato anche Assennato, in seguito fatto rimanere fuori la stanza. Durante l’incontro, secondo l’accusa, Vendola era “imbestialito” tanto che avrebbe detto “così com’è Arpa Puglia può anche andare a casa perchè hanno rotto”.
La requisitoria di Epifani sarebbe partita dai rapporti che l’ex responsabile delle relazioni dell’Ilva, Girolamo Archinà, aveva con vari esponenti politici regionali e ministeriali, al fine di permettere al complesso siderurgico di produrre al massimo andando oltre le disposizioni legali e contro la salute pubblica e ambientale. Tanto che le vicende riguardanti la Regione Puglia partirono nel 2010 proprio dalla segnalazione di dati allarmanti riguradanti ingenti quantità di benzoapirene, un pericoloso cangerogeno, nel quartiere Tamburi di Taranto, derivante dalle attività delle cokerie. La requisitoria ha portato dunque a rinviare al giudizio 52 imputati, 43 persone e 3 società.