Acqua, salta dibattito in Consiglio Regionale, protesta dei comitati

di Redazione

Napoli – Previsto per mercoledì, è saltato il dibattito in Consiglio regionale sul servizio idrico integrato. “L’assenza dell’assessore all’Ambiente Giovanni Romano ha reso inutile l’assemblea di questa mattina”, e “a dispetto del referendum popolare che chiedeva che l’acqua fosse pubblica, è evidente – denunciano alcuni consiglieri del centrosinistra – la volontà della Giunta e della maggioranza di far gestire il servizio alle holding nazionali, il cui interesse è solo quello di ricavare utili”.

Una posizione condivisa anche dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Luciano Passariello: “La legge è stata licenziata dalla Commissione competente, oggi avremmo dovuto discutere di quello e non di ciò che vogliamo fare, quando la proposta ha già avuto l’ok”, afferma. Punta il dito contro l’assenza in aula dell’assessore Romano anche Raffaele Topo, capogruppo Pd in Consiglio regionale, per il quale si tratta di un comportamento che denota “mancanza di stile”.

In attesa che si svolgesse la discussione sulla riorganizzazione del sistema idrico, un presidio dei comitati per l’acqua pubblica si è radunato davanti alla sede del parlamentino campano per protestare, ancora una volta, per la gestione dell’acqua affidata alla Gori e le “bollette pazze” recapitate agli abitanti della zona dell’Ato 3. I manifestanti hanno esposto degli striscioni con le scritte: ”Giù le mani dall’acqua!”, ”L’acqua è un diritto, non una merce” e ”Il mio voto va rispettato”.

Contro la creazione di un Ato (Ambito Territoriale Ottimale) unico per la Campania si è pronunciato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per il quale “oltre a violare la norma nazionale, la Regione tenta di sottrarre le fonti alla gestione napoletana per metterle nelle mani della Gori. Sta tentando cioè – spiega l’ex pm – di realizzare il progetto della Struttura di Missione, attualmente al vaglio della Corte Costituzionale, con il quale tentano di esautorare gli enti locali e mettere le fonti nelle mani delle multinazionali assetando la città di Napoli”.

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