Napoli – Lo sviluppo di una medicina critica, gender oriented, orientata cioè a cogliere le differenze di genere rispetto ai processi di salute e malattia, ha permesso, negli ultimi anni, di svelare l’arcano dei molteplici fallimenti diagnostici e terapeutici nei confronti delle donne e della loro salute.
Questi recenti sviluppi della medicina di genere hanno infatti indicato che la diagnostica medica sottovaluta o non tiene conto delle condizioni di vita delle donne nella determinazione della diagnosi e dei piani di trattamento, favorendo così una serie di fallimenti che sono di grave pregiudizio per la salute e la vita stessa della donna
In particolare, la medicina di genere ha messo in luce come l’orientamento all’osservazione della donna di tipo prevalentemente naturalistico crei un effetto di nascondimento per altri tipi di eziologia del malessere, facendo velo in particolare alle interazioni ed ai nessi tra salute delle donne e condizioni di oppressione e violenza familiare.
In tal senso si è sviluppata l’iniziativa dell’Osservatorio sanitario di Napoli in occasione del mese della donna. “L’uguaglianza di diritti si può raggiungere solo valorizzando le differenze, cosa che può fare la medicina di genere poiché fa a verificare le differenze tra uomo e donna dal punto di vista della sintomatologia”, come spiega Rossella Calabritto, presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Caserta.
“Sulla scorta di esperienze di altre regioni, come Toscana ed Emilia Romagna, che hanno istituito commissioni di studio sulla medicina di genere credo sia un’iniziativa che possa concretizzarsi anche in Campania”, propongono Elisabetta Gambardella, presidente dell’assemblea provinciale del Pd Napoli, e Domenico Crea, presidente dell’Osservatorio sanitario di Napoli.