La Sun diventa “Università di Caserta”: Giuliano ringrazia il Rettore

di Nicola Rosselli

Aversa – A breve la Sun avrà nel proprio nome definitivo il riferimento alla provincia di Caserta. In merito a questa vicenda l’ex senatore aversano Pasquale Giuliano ha inviato al professor Giuseppe Paolisso, Magnifico Rettore dell’Università di Caserta, una lettera aperta che di seguito riportiamo:

Magnifico Rettore,

ho appreso con gioia che, così come ha dichiarato alla stampa, la “nostra” Università avrà tra poco un suo nome che richiamerà in maniera identitaria il legame con il territorio in cui essa ha la sede.

Era ora! Era ora, perché per troppi anni questa “Seconda Università di Napoli”, che tanti prestigiosi traguardi ha sinora raggiunto, non l’abbiamo potuta “chiamare”, perché non ancora battezzata.

Era ora, perché per troppi anni la “Seconda Università di Napoli” l’abbiamo vista come un figlio, desiderato quanto amato, di cui tuttavia restava costantemente in discussione la reale paternità, e quindi il corredo valoriale.

Era ora, perché la denominazione “Seconda Università di Napoli” ci suonava come una arida e anodina definizione tecnica, come il braccialetto infilato al neonato solo perché lo si possa distinguere, ma solo nelle prime ore della sua vita, dai bimbi nati nello stesso giorno.

Era ora, perché e sopratutto questa denominazione  “anonima” e  “subordinata” ci ha sinora, in maniera ingiustificata e ingiustificabile, negato il “diritto” di fregiarci di  una nostra firma, e  quindi di una riconoscibile nostra identità.

In una di quelle lettere aperte che per diversi e ahimè lontani anni ho inviato ai Suoi predecessori, e segnatamente in quella dell’ottobre del 2009 al Prof. Franco Rossi,  “provocatoriamente” intestandola al Rettore della “prima Università di Caserta”, sottolineavo, per sollecitare una adeguata denominazione del nostro Ateneo, che “se è vero che ciascuno proietta verso l’Università il sogno che intende realizzare  ‘da grande’, ecco che sull’istituzione accademica viene a ricadere una responsabilità cruciale perché la Comunità locale, come aggregazione degli orizzonti individuali, realizzi il progetto che ‘di sé’ intende coltivare. Nel curare l’affinamento di una coscienza civile e culturale, l’Università non si limita pertanto a relazionarsi ai singoli studenti, perché è l’intero territorio a diventare il destinatario di questa rilevante parte della sua missione”.

La mancanza di un nome legato al territorio ha significato, per tutti questi anni, e per la nostra gente, il divieto di sentire quest’Università come totalmente e definitivamente nostra, e per alcuni dei suoi docenti ha esacerbato quel senso di estraneità che li ha accomunati agli ospiti non troppo graditi. Avvertivamo infatti troppo alto il pericolo che, qualora in cuor nostro l’avessimo battezzata come tale, qualcuno, con un repentino tratto di penna, e forse con calligrafia napoletana, ce l’avrebbe potuta portare via, frustrando in un sol colpo sia la “proprietà” che “l’usufrutto”. Attaccati, come siamo, a ciò che davvero ci appartiene, da queste parti non ci “sbilanciamo” sino a quando non siamo certi dell’irreversibilità e della genuina e sentita reciprocità del legame. 

Sapevamo d’altronde, e in questi anni lo abbiamo visto, che un triste ed opportunistico pendolarismo dell’appartenenza agitava gli organi e i docenti della Seconda Università di Napoli, alcuni dei quali mossi talora  più dall’ansia di “esibire” su altri tavoli la targa “Napoli” che non dall’impegno di proporre e seminare  autentica scienza per i giovani di questa provincia.

La strisciante contraffazione della reale identità di questo Ateneo non poteva durare ancora a lungo. Anche perché l’utilizzo ad pompam vel ostentationem  di un nome ingannevole costituiva sempre più, agli occhi di molti, soprattutto dei nostri bravi studenti, la cifra e il simbolo di quel potere arrogante che assume vesti e sembianze diverse, e che comunque a questa Terra ha fatto sempre male, mancandole costantemente di rispetto ed associandole spesso un marchio ingiustamente negativo. 

“Seconda Università di Napoli” è suonata così, per troppi anni, come l’etichetta palesemente contraffatta di un prodotto che, per essere agevolmente e proficuamente proposto ai “banchi della grande distribuzione”, preferiva sottrarsi alla ricostruzione della tracciatura, alla sua origine e alle sue responsabilità “made in Caserta”. Ma, ovviamente, l’Università non può subire e assecondare schemi e linguaggi dei mass media o, peggio, del “mercato”  Al contrario, l’Università, nel suo perseguire la reale conoscenza, deve consegnare ad ogni studente la straordinaria e affascinante missione di divenire ambasciatore della Verità, in tal modo capace, con la forza dei fatti e con l’autorevolezza della competenza, di ribaltare gli stereotipi e le menzogne, a volte atroci, che della sua Terra appesantiscono il cammino.  

Aspettiamo, dunque, Rettore magnifico, di sapere al più presto finalmente battezzata la nostra Università e di vederla così volare ancora più in alto, senza più remore, libera e orgogliosa di sé, sospinta dal sano e “inabrogabile” vento della nostra Provincia. 

Rettore magnifico, nell’esprimerLe sincera e profonda gratitudine per la Sua iniziativa, La ringrazio per l’attenzione e formulo a Lei e a tutto il Corpo docente i migliori auguri di buon lavoro. 

Pasquale Giuliano

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