Roma – In attesa della legge anticorruzione, il cui esame al Senato inizierà in settimana, il governo si appresta a varare – in tempi brevissimi – un decalogo con le nuove regole per le società pubbliche. Una direttiva a doppia firma, ministero dell’Economia e autorità anticorruzione, anticipata dal quotidiano La Repubblica, che dovrebbe servire alla prevenzione e alla lotta contro il malaffare in tutte le società partecipate dallo Stato e che hanno a che fare coi soldi pubblici e il loro impiego, a prescindere anche dalla loro forma giuridica. Nuove regole per garantire massima sicurezza massima pubblicità alla vita e alle scelte operative delle società pubbliche con l’obiettivo di prevenire la corruzione.
Il decalogo, sostanzialmente, estende alle società controllate norme e comportamenti che la legge Severino impone alle amministrazioni pubbliche. In sintesi la direttiva prevede che le società abbiano il loro piano anticorruzione, che deve avere adeguata pubblicità (interna ed esterna) e che deve essere pubblicato sul sito web della società stessa. Il piano avrà un responsabile, che il regolamento prevede essere “un dirigente che abbia dimostrato nel tempo un comportamento integerrimo”.
Indispensabile, anche a sua cura, la compilazione di una mappa delle aree a rischio, cioè di quei settori che più di altri possono diventare protagonisti di casi di corruzione. Queste aree, ma non solo, saranno soggette a un codice di comportamento che dovrà essere rigido ma non tanto da rendere incompatibili con il mercato i movimenti dell’impresa. Il tutto dovrà essere reso trasparente sul web, anche in questo caso senza però avvantaggiare la concorrenza.
Le politiche degli incarichi saranno poi sottoposte a un severo monitoraggio. Il piano prevede: rotazione degli incarichi, grande attenzione alle incompatibilità, stop all’assunzione di ex dipendenti di pubbliche amministrazioni che abbiano gestito denaro pubblico e appalti, nessun incarico a chi ha condanne per reati contro la pubblica amministrazione o è componente di un organo politico nazionale. Valenza strategica dovrebbe avere l’incoraggiamento, previsto dal decalogo, per il dipendente che denuncia fatti illeciti di cui viene a conoscenza nell’ambito del suo lavoro. Per tutti poi, l’obbligo di una formazione mirata all’anti-corruzione.