Roma – Finisce con la prescrizione dei reati il processo Calciopoli. Dopo una camera di consiglio durata oltre sei ore, terminata solamente intorno all’una e dieci della notte, è arriva la sentenza che mette il sigillo finale sul processo penale nato dall’inchiesta partita da Napoli che ormai nove anni fa ha sconvolto il mondo del pallone italiano toccando diverse squadre e in particolar modo la Juventus.
È un verdetto, quello dei giudici della terza sezione penale della Cassazione, che accoglie in pieno le richieste formulate ieri mattina dal procuratore generale della Suprema Corte Gabriele Mazzotta. Annullata senza rinvio la condanna inflitta in secondo grado a Luciano Moggi per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, annullata anche quella di Antonio Giraudo per la medesima accusa nel processo con rito abbreviato. Nessuna assoluzione però per l’ex dg e l’ex ad della Juventus. A nove anni e otto mesi dal 30 giugno 2005 – data ultima di consumazione del reato – l’associazione a delinquere contestata a entrambi è stata dichiarata prescritta. Per Moggi, tuttavia, la Suprema Corteha fatto cadere due delle tre imputazioni per frode sportiva in relazione ad altrettante partite del campionato 2004 – 2005 (Cagliari-Juventus e Roma-Juventus) come richiesto dal pg.
I giudici della terza sezione penale presieduta da Aldo Fiale hanno invece assolto gli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo, gli unici imputati nei due processi a Calciopoli (quello con rito ordinario e quello in abbreviato) ad aver rinunciato alla prescrizione insieme all’altro ex fischietto Massimo De Santis. Confermata invece per quest’ultimo la pena inflitta in appello, 10 mesi. Insieme a Salvatore Racalbuto (che ha scelto di non rinunciare alla prescrizione dopo la sentenza di appello) si tratta dell’unico arbitro condannato dei sette che in origine – secondo l’inchiesta della procura di Napoli – avrebbero partecipato all’associazione a delinquere comandata da Moggi. “È stato un processo viziato sin dall’inizio: sono l’unico arbitro rimasto coinvolto per due partite che non riguardavano nemmeno la Juve”, ha commentato De Santis a caldo, dicendosi “molto deluso dalla giustizia italiana” per essere “stato discriminato”. Per il toscano Bertini, condannato in secondo grado a dieci mesi, mancava (ha sottolineato il pg nella requisitoria di ieri) la prova dell’utilizzo di una delle schede telefoniche svizzere gli sarebbe stata consegnata e dunque era impossibile dimostrare anche la frode sportiva nella partita Juve – Milan del 18 dicembre 2004.
Alla lettura della sentenza che accoglieva la richiesta di assoluzione per lui, invece, l’altro ex arbitro presente in aula Paolo Bertini si è commosso e ha abbracciato il proprio legale Mauro Messeri. In linea con quanto richiesto da Mazzotta, inoltre, la Corte ha dichiarato la prescrizione(senza proscioglimento nel merito) anche delle condanne inflitte in appello ad Andrea e Diego Della Valle, proprietari della Fiorentina, per due episodi di frode sportiva, del patron della Lazio Claudio Lotito, dell’ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto e dell`ex vicepresidente della Figc, Innocenzo Mazzini. Sono state infine confermate le assoluzioni, già arrivate in appello, per gli ex arbitri Tiziano Pieri, Gianluca Rocchi, Paolo Dondarini e l’ex presidente Aia, Tullio Lanese, tutti imputati insieme a Giraudo nel processo con rito abbreviato riunito a quello con rito ordinario davanti alla terza sezione penale della Cassazione.
“Abbiamo scherzato per nove anni e questa è una cosa spiacevole, perché questo processo abnorme si è risolto in nulla: solo tante spese. Se è giusto così torturare delle persone e distruggere delle famiglie va bene, ma siamo in Italia e continuiamo”, ha commentato Moggi uscendo dal palazzo della Cassazione dopo la sentenza. “In nove anni si è appurato che il campionato è stato regolare, i sorteggi regolari e non ci sono state conversazioni sulle designazioni. Credo rimanga in piedi ben poco, un’associazione con un arbitro solo è veramente una cosa strana…”.
“Siamo partiti con un processo sui favori alla Juventus, sono stati indagati e poi rinviati a processo una venticinquina tra arbitri e assistenti e ne è rimasto uno, De Santis, che aveva rifiutato la prescrizione e mi dispiace per lui perchè non è colpevole di niente – ha aggiunto poi Moggi ai microfoni di Mattino 5 – In nove anni hanno trovato tutto regolare. Allora, visto che non andava più bene il progetto iniziale di favorimento della Juventus, sono passati agli interessi personali. Ma se in dodici anni non abbiamo avuto una lira dall’azionista di riferimento, ci siamo mantenuti da soli, abbiamo dato tutti quei risultati alla Juventus, quali interessi personali ci sono stati? E si sono agganciati allora alla Gea, che è stata assolta.Noi non facevamo né organizzazioni di arbitri nè pagavamo, perchè non avevamo una lira”.
L’accusa ipotizzata “è una pistola senza le munizioni, hanno messo in piedi qualcosa che non ha funzionato: pensavano che ci arrendessimo all’evidenza di un qualcosa che non esisteva, ma con me non ha funzionato. Ma come faceva a esistere” il sistema Moggi? “Con chi – ha proseguito l’ex dg della Juve – se gli arbitri sono stati tutti prosciolti? In quel tempo la Fiat non stava molto bene e noi ci barcamenavamo vendendo un giocatore e comprandone un altro, come la cessione di Zidane per 150 miliardi perché dovevamo reperire del denaro e poi abbiamo la fortuna di trovare Nedved. Dovevamo fare per forza una cessione a prezzi alti per poi comprare un giocatore a prezzi inferiori”. “Ora non so cosa succederà, le motivazioni non le ho lette ma sicuramente qualcosa succederà. Dopo il 2006 sono venute fuori le scommesse, di tutto. Aveva ragione Giraudo quando disse che noi ce ne andiamo, ma attenzione a quello che succederà: e quello che è successo dal 2006 a oggi è sotto gli occhi di tutti. I dirigenti veri sono stati fatti fuori. Ritornare? Leggo le motivazioni e poi mi regolo di conseguenza”, ha concluso Moggi.
Duro anche il commento del legale dell’ex direttore generale juventino Maurilio Prioreschi: “Questo è un processo partito con 41 tra arbitri e assistenti indagati. Sono rimasti in due condannati. La montagna ha partorito il topolino. Moggi è stato assolto da alcuni episodi di frode sportiva – ha sottolineato – Ma è l’associazione a delinquere che lascia perplessi, sono rimasti coinvolti solo due arbitri e tre partite. Mi sembra difficile predeterminare un campionato con soli due arbitri e tre partite alterate”, ha detto commentando il verdetto.