Napoli – Ad aggredirlo fu “più d’uno” e “avevano i caschi”, e uno di loro sparò contro di lui ferendolo così gravemente da portarlo poi alla morte dopo due mesi di sofferenze in ospedale.
A raccontarlo dal letto del reparto di terapia intensiva del Policlinico Gemelli dove era ricoverato è stato lo stesso Ciro Esposito, il tifoso del Napoli colpito all’esterno dell’Olimpico di Roma prima che avesse della finale di Coppa Italia lo scorso anno tra Napoli e Fiorentina.
La registrazione della testimonianza è stata diffusa stamane dal Giornale Radio Rai, all’indomani della chiusura dell?inchiesta sull?omicidio di Esposito.
Intubato, il fisico provato dalla sofferenza, la voce fioca, Esposito risponde alle domande di un perito consulente della famiglia. Perche? ti trovi qua, gli viene chiesto? “Mi hanno sparato”, dice il ragazzo che rispondendo ad altre domande spiega: “stavo andando a vedere la partita, il biglietto lo avevo comprato dove abito io, a Napoli”.
Poi ricorda che gli aggressori erano più d’uno e dice: “avevano i caschi”. Perché ti ha sparato? gli chiede il perito? “Era fuori di testa”, dice ancora Esposito che aggiunge “stava in piedi e poi a terra e parlava con accento romano”.