Milano – Sono state depositate dai giudici della prima Corte d’Assise d’appello di Milano le 140 pagine delle motivazione della sentenza con cui è stato condannato in secondo grado a 16 anni Alberto Stasi per l’omicidio dell’allora fidanzata Chiara Poggi.
Le motivazioni della Corte d’Assise sono chiare e concise: “Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata” – che secondo i giudici – “era evidentemente diventata una presenza pericolosa e scomoda”. Anche la dinamica è stata ricostruita accuratamente, dove si evidenzierebbe come Chiara non avrebbe avuto nemmeno il tempo di reagire all’aggressore dato che questo era la persona con cui era in “maggior e quotidiana intimità”. La Poggi sarebbe rimasta inoltre “tranquilla e fiduciosa nel visitatore al punto di non fare assolutamente niente” – venendo dunque – “massacrata senza alcuna fatica”.
Per ora il movente dell’omicidio sembra ancora essere sconosciuto, un mistero insomma, ma non troppo, perché i giudici ipotizzano che la pista più attendibile sia quella della pornografia. È infatti noto che sul computer personale di Alberto Stasi è stato ritrovato materiale pornografico. Sembrerebbe dunque questa la causa che ha spinto i due a litigare, forse la stessa causa a provocare la discussione dove in un raptus di follia Stasi abbia ucciso Chiara.