Colonia – E’ stata perquisita l’abitazione di Andreas Lubitz, il copilota dell’Airbus 320 della Germanwings, che avrebbe preso il controllo del velivolo, lo scorso 24 marzo, conducendo volontariamente 149 persone allo schianto.
Gli inquirenti indagano per far luce su cosa sia successo e su cosa possa aver spinto quel giovane apparentemente così “tranquillo” ad una follia del genere.
La sua sarebbe stata una “calma follia”, riferiscono gli investigatori. A confermarlo sarebbero le registrazioni audio estrapolate dalla prima scatola nera rinvenuta tra le macerie dell’aereo. Lubitz non ha mai risposto al tentativo, sempre più disperato, del capitano di rientrare nella cabina di pilotaggio. Soprattutto, fino all’istante dello schianto, anche negli ultimissimi secondi, quando i passeggeri ormai urlavano di terrore, quando il collega gli urlava di aprire la porta, lui continuava a respirare regolarmente. Era del tutto calmo.
Ora è definito dalla maggior parte dei media l’”Amokpilot”, il “pilota pazzo”. L’ipotesi maggiormente accreditata sarebbe quella del suicidio.
“Suicida? E’ difficile usare quel termine, quando ci sono 149 persone sedute dietro di te e tu decidi di farle precipitare – ha commentato il capo degli inquirenti, Brice Tobin – Non so proprio cosa possa essergli passato per la testa”.
Intanto, durante una conferenza stampa all’aeroporto di Colonia-Bonn, quartier generale di Germanwings, l’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, ha rivelato un dettaglio importante sulla formazione del copilota. Lubitz si sarebbe formato a Brema e poi a Phoenix, ma sei anni fa avrebbe deciso di abbandonare la formazione per poi essere riammesso come stewart e infine diventare copilota sugli Airbus A320. Alcuni conoscenti avrebbero parlato di un periodo di depressione che avrebbe colpito il giovane, che si sarebbe sottoposto a terapia. Tuttavia le informazioni non sarebbero state ancora confermate.
L’idea degli inquirenti comunque rinvierebbe alla possibile decisione di suicidarsi in seguito alla rottura con la fidanzata, con la quale Lubitz avrebbe dovuto sposarsi.
“Dobbiamo aspettare la fine dell’indagine, anche se ieri la procura ha fornito informazioni sufficienti per farci ritenere che questo gesto folle, incomprensibile, orribile, sia all’origine dello schianto”, ha detto il premier francese Manuel Valls.
Nel frattempo, prosegue il pellegrinaggio dei cari delle vittime a Le Vernet, di fronte al massiccio dei Trois-Eveches, dove c’è una lapide con la scritta: “In memoria delle vittime del disastro aereo del 24 marzo 2015”. Alcuni parenti avrebbero anche incontrato, nella giornata di giovedì, i familiari di Lubitz. “Non abbiamo visto rabbia nei loro confronti, solo comprensione”, avrebbero dichiarato alcuni di loro.
Alta la concentrazione sul ritrovamento della scatola nera, di cui è stato rinvenuto solo l’involucro, che potrebbe fornire informazioni importanti e contribuire a chiarire la dinamica dell’accaduto.