Roma – Arriva il cosiddetto emendamento “Godot” sul falso in bilancio al ddl anticorruzione , proprio nel giorno del nuovo clamoroso filone d’inchiesta su appalti e corruzione Expo Tav.
“C’è una buona notizia. Alleluja, alleluja! Il famoso emendamento sul falso in bilancio è arrivato e questa è una novità importante”, ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, a margine della presentazione di un libro a Roma.
“Ci sono tutte le condizioni per rispettare i tempi dell’aula. Il testo è equilibrato, efficace e incisivo, colma le lacune, può mordere il fenomeno della corruzione”, assicura il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
“Contro corruzione proposte governo: pene aumentate e prescrizione raddoppiata. E l’Autorità oggi è Legge con pres Cantone”, ha twittato il premier Matteo Renzi, citando proprio il ministro Orlando.
Tra i punti salienti della riforma troviamo, per quanto riguarda le pene: per le società quotate in borsa e le banche è prevista una reclusione da 3 a 8 anni, mentre per le società non quotate la pena scende rispettivamente a 1 e 5 anni (pena, quest’ultima, che non prevede l’uso di intercettazioni nelle indagini). Scompare inoltre la soglia di non punibilità.
Sul profilo delle sanzioni, per le società quotate sono previste sanzioni pecuniarie che vanno da 400 a 600 quote, mentre per le aziende non quotate si scende a una sanzione da 200 a 400 quote. Sanzione che scende ulteriormente alla forbice 100-200 quote, per le società alle quali è riconosciuto il fatto di lieve entità.
In base al testo dell’emendamento, inoltre, la procura può procedere d’ufficio. La procedibilità per querela resta solamente per le società molto piccole, quelle per le quali il codice civile non prevede il fallimento.