Roma – “Lascio a testa alta”. Sono queste le parole del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi, che ha annunciato le sue dimissioni in Aula, venerdì mattina.
Protagonista di numerose critiche in cui veniva accusato di aver favorito la carriera lavorativa del figlio, Lupi ha deciso di mettere fine al proprio operato e dopo giorni di assoluto silenzio ha comunicato la sua decisione.
“Lascio il governo a testa alta, guardandovi negli occhi. So che il tempo sarà galantuomo, spero che lo sarà anche con chi ha speculato sul nulla. Non devo difendermi dalle accuse e non è possibile cancellare in tre giorni il lavoro che abbiamo fatto in 22 mesi”, ha dichiarato.
“Non chiedo garantismo – ha aggiunto – perchè dai pm non c’è nessuna accusa. Dopo due anni di indagini i pm non hanno ravvisato nulla nella mia condotta da perseguire”.
E poi: “Sono membro del Parlamento da 14 anni. So che questo è il luogo in cui devo compiere il gesto che mi accingo a fare. Il parlamento è il luogo che rappresenta la sovranità del popolo”.
In merito alle accuse ricevute si è difeso dicendo: “Non ho mai fatto pressioni per procurare un lavoro a mio figlio. Ho proposto a lui la possibilità di incontrare una persona di grande esperienza che potesse consigliarlo”.
Sulla telefonata a Stefano Perotti ha detto non è nella “mia responsabilità”, ricordando di conoscerlo da tempo. “Che bisogno avrei avuto di chiedere a Incalza di intercedere per lui, avrei potuto farlo molto più facilmente io. E non l’ho mai fatto. La sua decisione di chiamare Perotti non può essermi addebitata”.
Quanto all’abito sartoriale ricevuto in dono si difende così: “Credo sia evidente e inverosimile che un amico di famiglia da 40 anni abbia potuto accreditarsi a me con un vestito”. Lupi ha poi ricordato i vari passaggi della carriera scolastica del figlio: il curriculum, la laurea con 110 e lode, il posto di lavoro ottenuto in America. “Mio figlio ha ottenuto il lavoro perché è bravo”, ha ribadito.
Intanto il premier Matteo Renzi ha fatto sapere che il successore di Lupi ci sarà “in pochi giorni”. Il capo dei ministri avrebbe ribadito che si è trattata di “una scelta politica degna, di sensibilità, giusta e con motivazioni che capisco bene”.
Su Renzi, il leader Ncd ha dichiarato: “Lasciatemi ringraziare il presidente del Consiglio che, al di là dei retroscena, in questi giorni, in un confronto franco, leale, serio, non mi mai chiesto di dimettermi, ma ha affidato, come è giusto che fosse, alla mia scelta personale, questa decisione”.
“A sole 72 ore dai fatti – ha poi riferito – c’è la presa d’atto della necessità della mia scelta che sto compiendo e della mia comunicazione al presidente del consiglio e al presidente della Repubblica. A 72 ore dai fatti e a non da 72 giorni”.
Il ministro ha diffuso la notizia egli stesso in serata, durante la trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa. In seguito avrebbe ribadito la decisione dinanzi ad un’aula semivuota.
Assente la Lega, in simbolo di protesta. Salvini attacca: “Da parte di Alfano su Lupi c’è stato squallore politico e umano.