Omicidi e gambizzazioni a Roma, 6 arresti

di Redazione

Roma – Prendeva fino a 25 mila euro per ammazzare e 3-4 mila per gambizzare. Era un killer a contratto Giancarlo Orsini, autore di alcuni degli omicidi compiuti a Roma e dintorni tra il 2013 e il 2014. Ingaggiato da clan di trafficanti di droga o da piccoli capi criminali per eliminare o punire i rivali. Spietato nello sparare a bruciapelo dopo essersi presentato alle vittime come ufficiale giudiziario, se erano ai domiciliari. Il sicario, incastrato a luglio scorso per il delitto di Roberto Musci del gennaio 2014, ha confessato di aver eseguito o partecipato ad altri due assassinii e a tre gambizzazioni. E ha rivelato il suo ‘tariffario’.

Ex buttafuori da discoteca, Orsini, 48 anni, è stato tradito da uno scooter rubato usato per un’omicidio e poi da un altro criminale per una rapina. Da un occhiale da sole sporco del sangue di Musci e da una pistola usata per il delitto, trovati in casa di Orsini.

L’operazione del Nucleo investigativo dei carabinieri e della squadra mobile di Roma – coordinati dal procuratore aggiunto della Direzione antimafia (Dda) Michele Prestipino – ha portato in carcere con l’aggravante mafiosa 4 tra mandanti ed esecutori dei vari fatti di sangue. Altri due sono ancora ricercati. L’assassino ha deciso di collaborare quando i carabinieri del colonnello Lorenzo Sabatino hanno raccolto prove sufficienti ad accusarlo dell’omicidio di Roberto Musci, ucciso a Casalotti, periferia di Roma, il 23 gennaio 2014. Sei colpi alla testa e al torace dopo che aveva aperto il cancelletto esterno della casa dove stava ai domiciliari a quello che al citofono si era presentato come un ufficiale giudiziario.

Orsini, casco e occhiali da sole, venne anche ripreso da una telecamera installata da Musci, ma non era riconoscibile. A lui i carabinieri sono arrivati dopo aver individuato lo scooter Yamaha usato anche per una rapina da Massimiliano Leoni – che gli aveva commissionato il delitto -, amico e complice di Orsini. L’immagine di Orsini è stata poi sovrapposta a quella dell’assassino con il casco, resa in parte visibile. Il killer ha poi confessato di aver ucciso il 24 settembre 2013 a Velletri (Roma) Federico Di Meo con cinque colpi di pistola alla testa a al torace, ancora una volta dopo essersi presentato come ufficiale giudiziario. Ha indicato come mandante il boss albanese Elvis Demce, arrestato dalla squadra mobile la scorsa notte. Il complice di Orsini fu Carlo Gentile, latitante. Demce avrebbe dato 17 mila euro al primo e 3 mila al secondo.

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