Napoli – L’obiettivo erano i semirimorchi parcheggiati all’Interporto di Bologna, ma anche a Ozzano, alla dogana di Campogalliano, nella zona industriale di Piacenza, a Frosinone, Ancona e Genova.
I colpi sarebbero stati 12, commessi tra febbraio e dicembre 2013, un bottino da 2 milioni di euro. A metterli a segno una banda composta da 23 persone. Su quei rimorchi erano stati depositati prodotti farmaceutici, televisori, ferro, detersivi.
A sgominare la banda la stradale di Bologna coadiuvata dai colleghi di Napoli: con l’operazione Towed cinque persone sono finite ai domiciliari, una ha l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria, altre dieci persone sono state denunciate. L’ accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata al furto aggravato.
Le indagini sono scattate due anni fa. La banda, dopo aver disinnescato i sistemi di sicurezza degli accessi all’ Interporto e gli antifurto dei semirimorchi, agganciava con una trattore stradale il semirimorchio e lo trasferiva in un luogo sicuro. Tre capannoni industriali, dove veniva nascosta la merce sono stati sequestrati nella zona portuale di Napoli, a Casalgrande (Reggio Emilia), e a Carinaro (Caserta). La polizia ha recuperato merce per circa 600mila euro.
“Diversamente da alcune bande di pugliesi – riferiscono gli investigatori della Polstrada bolognese – che mirano a specifici tipi di merce, rischiando a volte di fare ‘giri a vuoto’, questi agganciavano qualunque rimorchio contenesse carichi reputati interessanti”.
Questo spiegherebbe la varietà di articoli trafugati, che finivano sistematicamente sul mercato napoletano, crocevia della ricettazione: alcuni pezzi, hanno spiegato gli investigatori, venivano acquistati e rivenduti anche da grosse catene della distribuzione.