Napoli – Cinque persone, ritenute affiliate al clan Mazzarella di Napoli, sono state arrestate dalla squadra mobile perché ritenuti autori di quattro omicidi commessi tra il 2004 e il 2005. Tra gli episodi contestati quello riguardante l’uccisione di due rom, “a caso”, per vendicarsi di un furto compiuto in casa del boss.
Una svolta nelle indagini è stata rappresentata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Persico, affiliato al clan Mazzarella con il ruolo di reggente dell’articolazione operante a piazza Mercato, alle dirette dipendenze di Franco Mazzarella, figlio del capostipite Gennaro.
Le sue dichiarazioni hanno consentito di ricostruire in particolare l’omicidio di Francesco Ferrone, avvenuto il 17 giugno 2004, di Antonio Scafaro, avvenuto il 6 marzo 2005, e il duplice omicidio di Mirko e Goran Radosavljevic, avvenuto nel campo nomadi di Secondigliano nel 2004.
I primi due si inseriscono nell’ambito dello scontro in atto in quel periodo tra le famiglie Mazzarella e Mauro, quest’ultima già destinataria di precedenti attentati, in particolare gli incendi dei garage avvenuti nel 2002 e nel 2003. Il duplice omicidio dei due rom rappresentò invece la cruenta risposta a un furto commesso da altri rom non individuati dal clan nell’abitazione del capo Franco Mazzarella, in pieno giorno e mentre lo stesso dormiva insieme alla propria famiglia.
L’intenzione del boss era di effettuare indagini, individuare colpevoli ed eliminarli, ma non essendo riusciti nel compito gli affiliati decisero di recarsi al campo nomadi e uccidere qualcuno appartenente alla stessa etnia degli autori del furto. Al momento dell’omicidio, in auto con una delle vittime si trovava il fratello di 12 anni; i due tornavano al campo nomadi dopo aver acquistato una pizza.