Napoli – A tre giorni dalla sfida di campionato tra Roma e Napoli, che si giocherà allo Stadio Olimpico, Antonella Leardi torna a Roma per parlare di suo figlio, Ciro Esposito, il tifoso azzurro ferito a morte prima della scorsa finale di Coppa Italia.
Mamma Antonella, nella Capitale, presenta il libro ‘Ciro Vive’, scritto con la giornalista Vittoriana Abate: “Mio figlio ha lasciato una speranza – dice la Leardi – Mi auguro che la sua morte non sia stata vana, mi auguro sia un simbolo. Un esempio. Ciro lascia un sorriso, un messaggio d’amore. Vorrei che la sua storia lasciasse qualcosa di concreto per tanti e, in particolare, per chi vive in una zona come Scampia o come altre periferie. Vorrei che la morte di mio figlio unisse Napoli, l’Italia, il calcio e lo sport. Ciro vive nel cuore di chi lo ama”.
E ancora: “Mi dispiace che sabato non ci saranno i sostenitori napoletani sugli spalti. Per i tifosi sani, non per le persone represse che vanno allo stadio per fare altre cose, si tratta di una sconfitta”.
La sfida tra giallorossi e partenopei è in cima alle preoccupazioni di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che ha partecipato alla presentazione del volume e ne ha approfittato per esprimere il suo auspicio di serenità in vista di Roma-Napoli: “Dopo quanto accaduto in passato, dopo la presentazione di questo libro, e calcolando che il giorno dopo sarà Pasqua, non scherziamo assolutamente, la partita Roma-Napoli deve essere una festa dello sport – ha dichiarato il numero 1 del Coni – L’auspicio è che tutto vada bene, e onestamente non mi sembra ci sia particolare fermento, quindi mi auguro che non covi nulla sotto le ceneri”.
Anche Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha fatto sentire la propria voce, in collegamento dal capoluogo campano: “Bisogna pretendere giustizia e verità sulla vicenda di Ciro, perché finora non è stato così – attacca l’inquilino di Palazzo San Giacomo – Le responsabilità non sono solo di chi ha ucciso Ciro ma anche di chi doveva garantire l’ordine pubblico in modo efficace. Su questo c’è stato un silenzio assordante. Andava evitato che le diverse tifoserie si mescolassero”.
All’evento ha partecipato anche Gigi D’Alessio, che ha raccontato le sensazioni vissute in prima persona quel 3 maggio all’Olimpico: “Il Napoli mi aveva chiesto di cantare in caso di vittoria nella finale di Coppa Italia – racconta il cantante napoletano – Ero qui allo stadio Olimpico, arrivavano le notizie su Ciro. Non ho nemmeno visto la partita, sono tornato a casa. Antonella – aggiunge riferendosi alla mamma del tifoso – ha fatto fare una grande figura a tutti noi napoletani, perché ha chiesto giustizia ma non vendetta. È stato un bel segnale. Ciro ha dato la sua vita affinché, da domani, tutto quello che succede sia migliore. Il calcio deve dividere solo per 90 minuti, per il resto deve essere spettacolo e divertimento. Allo stadio bisognerebbe andare con figli e nipoti…Vorrei che la morte di Ciro fosse un pesce d’aprile…”.