Tribunale del Malato: tappa a Napoli, in Piazza Dante

di Redazione

Napoli – “Una situazione che supera l’immaginazione, chiediamo al ministro della Salute di intervenire con estrema urgenza per restituire la dignità e la sicurezza ai pazienti e agli operatori, attivando l’immediato intervento degli ispettori ministeriali, dei Nas e dei vigili del Fuoco per verificare la sicurezza di questa struttura, la sua effettiva igiene e il rispetto dei diritti dei cittadini”.

Lo chiede Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, dopo un sopralluogo al pronto soccorso e al reparto di psichiatria del “San Giovanni Bosco” di Napoli, durante la tappa cittadina di “Sono malato anch’io-la mia salute è un bene di tutti”, la campagna itinerante organizzata in occasione del trentacinquennale della organizzazione, e che impegnerà il Tribunale per i Diritti del Malato in 23 città fino a ottobre.

Il servizio di pronto soccorso, dice Aceti, “viene svolto senza alcun triage, il flusso di accesso viene gestito da un numero notevole di guardie giurate private. Barelle e persone accalcate in uno spazio esiguo, senza alcuna attenzione alla dignità della persona. I pazienti sono separati, nella migliore delle ipotesi, da teli sistemati alla meglio tra i letti e le barelle.

Le provette degli esami del sangue sono alla mercé di chiunque, e sin dall’ingresso, con pavimentazione danneggiata e rischiosa, sembra che i cittadini siano un ospite sgradito. Oltre a questo, nei reparti gli operatori sanitari non sono identificabili perché nonostante una legge li obblighi, non hanno alcun cartellino di riconoscimento. Così come è intollerabile che gli operatori fumino nei reparti”.

In generale, la struttura sembra a rischio, vista la presenza di numerose crepe, macchie di umidità dovute a infiltrazioni di acqua, fili elettrici scoperti, nonché muri esterni picchettati per evitare che gli intonaci possano cadere sui pazienti o i visitatori. Non è accettabile che i gas medicali, nel reparto di psichiatria, non siano collegati all’impianto di distribuzione, ma garantiti con bombole ‘parcheggiate’ all’interno dello stesso reparto, in cui tra l’altro si fuma”, dice ancora Aceti.

“Dopo tutto quello che pagano in termini di ticket, Irpef e servizi non erogati, non è accettabile che i cittadini campani debbano ricevere una assistenza qualitativamente così scarsa e pericolosa. Mentre regioni e governo si preoccupano di come gestire i tagli che loro stessi hanno deciso, è ora che si inizia a affrontare le vere emergenze, come queste”, sottolinea Aceti, che sottolinea: “Abbiamo apprezzato l’impegno a garantire il triage entro settembre e la ristrutturazione annunciata dal neo insediato direttore sanitario, ma resta l’urgenza di garantire standard essenziali per la sicurezza delle cure, incertezza che ha provocato anche reazioni scomposte nei confronti degli operatori che comunque consideriamo inaccettabili”.

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