Aversa – I presidenti della Camera civile di Aversa e di Avvocatura Futura, gli avvocati Carlo Maria Palmiero e Nunzia Caterino, hanno incontrato il sindaco Giuseppe Sagliocco a seguito dell’allarme lanciato con una nota, inviata anche al ministro Orlando, nella quale veniva evidenziata la gravissima situazione venutasi a creare presso la nuova struttura giudiziaria istituita a seguito della nascita dell’altrettanto nuovo tribunale di Napoli Nord.
Nel corso dell’incontro il primo cittadino ha sottolineato, anche da parte sua, di ritenere importante per la soluzione della vicenda l’istituzione di un tavolo di concertazione che faccia in modo di superare iI problema volta per volta sino a giungere alla conclusione positiva.
Sagliocco ha indicato anche alcuni contenitori che potrebbero andare bene per ospitare una parte dell’Ufficio Circondariale del Giudice di Pace (il complesso di San Domenico e il Padiglione Leonardi Bianchi nell’ex Maddalena) che, attualmente, vede riuniti nella città normanna tre ex uffici: oltre ad Aversa, Trentola Ducenta e Frattamaggiore, con il pericolo che anche Casoria possa, per difficoltà da parte di quel Comune, unirsi dando vita ad una situazione difficilmente risolvibile se non con un impegno molto più serio di quello mostrato sino ad ora dal ministero.
Ministero che, attraverso il dirigente Antonio Mungo, direttore generale per la gestione e la manutenzione degli uffici giudiziari della Corte di Appello di Napoli ha fornito una risposta alla nota degli avvocati lapidaria e che ha, nello stesso tempo, dell’incredibile. Secondo il dirigente, infatti, sino al prossimo 5 settembre, secondo le norme in vigore, la responsabilità logistica e di personale spetta ai singoli comuni.
Una risposta che secondo i rappresentanti dell’avvocatura aversana ha dell’assurdo tenuto conto che I comuni in questi cinque mesi non si ammazzeranno affatto per trovare una soluzione, mentre il ministero se non inizierà per tempo ad affrontare il problema, continuerà solo a procrastinarlo con grave nocumento per quella che è l’attività giudiziaria più vicina al cittadino comune.