Legnante: “Ribellati, Sant’Arpino!”

di Redazione

Sant’Arpino – Il santarpinese Salvatore Legnante, candidato al consiglio regionale con la Lista Civica Campania MO!, attacca a testa bassa gli amministratori corrotti e invita la sua terra a ribellarsi: “Ribellati, Sant’Arpino! Ribellati, Atella! – scrive Legnante – Ribellati ai trafficanti di consenso, che contrattano il tuo voto per misurare il loro potere, in una squallida guerra tra bande in cui la vera sconfitta è la democrazia. Ribellati ai corrotti, che ancora credono di poter dettare legge, e si nascondono dietro altre facce, forse più pulite, ma non meno complici. Ribellati a chi ti ha reso schiava del malaffare, mia Sant’Arpino!

Ribellati, Sant’Arpino! – continua Legnante – Ribellati a chi ha sporcato la tua millenaria storia, ribellati a chi ha svenduto il tuo onore, ribellati a chi ha marchiato i tuoi figli con l’infamia delle tangenti.  Ribellati a chi ti ha fatto credere che la politica è sporca, perché sporchi erano i suoi interessi. Non dare spazio a chi è stato silenzioso complice dello scempio della tua dignità, mia Sant’Arpino!

Ribellati, Sant’Arpino – scrive ancora il candidato atellano – a certe sfilate di piazza in cui vecchi padroni decaduti si accompagnano ad amministratrici ed amministratori, sempre silenziosi quando si è trattato di condannare la corruzione, e ai quali ora la poltrona comunale va stretta.

Con un chiaro riferimento alle prossime elezioni regionali, che lo vedranno in campo, Legnante conclude così il suo appello: ”Mia cara Sant’Arpino, figlia di Atella, tra poco avrai la possibilità di dare un segnale forte a chi ha offeso la tua storia e la tua dignità. Potrai far capire loro che non sei più disposta a sopportare il fango che questi piccoli Cesare hanno buttato sui tuoi concittadini, e sui tuoi avi, e sui tuoi posteri. Potrai essere l’esempio di una Campania che si ribella alla corruzione e al malaffare, di un Sud che libera i suoi figli dal ricatto della mala politica. Sei chiamata a riprenderti il tuo onore, mia amata Sant’Arpino. Se non qui, dove? Se non ora, anzi MO!, quando?”. 

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