Il suo ultimo ricordo di Pino Daniele lo racconta con una certa dovizia di particolari Clementino che, con un nuovo album in uscita, racconta la sua musica scardinandola dai luoghi comuni. Il resto del suo mondo, quello del rap, è cresciuto con i miti americani, quali Jay-z e Kanye West. Ma lui, Clemente Maccaro, in arte Clementino, si è scostato da quella tradizioni, riprendendone un’altra, quello che lo lega ancor di più alla sua terra. Perché che rivelato in passato, il rapper napoletano si sente figlio dell’Africa e della sua Napoli, dove ha cominciato ad amare il Pino Daniele degli anni ‘ 70. Un incontro che li ha portati in sala di registrazione, l’uno accanto all’altro.
“Ci siamo incontrati al Music Summer Festival, l’estate di due anni fa. Abbiamo parlato di musica, di Napoli, di calcio e poi ci siamo promessi di registrare un pezzo insieme, un brano contro la guerra che avevo inciso poco tempo prima. Pino poi aveva voluto anche scrivere la sceneggiatura del video, che avremmo dovuto girare nel deserto, in Marocco, ma non c’è stato tempo. Ma mi ha fatto un regalo enorme. Quel pezzo è l’orgoglio della mia vita”. La canzone si intitola “Da che parte stai?” ed è una delle (molte) grandi tracce contenute in “Miracolo!”, quarto disco del rapper napoletano in uscita il 28 aprile, un doppio album che è una folgorante miscela di hip hop e funk, di pop e reggae, neomelodico e dialetto, italiano e inglese, con altri ospiti illustri come James Senese, Marracash, Salmo, Fabri Fibra, Mama Marjas e Rocco Hunt. “La somma di tutto quello che sono. Che non è solo rap”.
“È cambiato tutto, ma io sono sempre lo stesso –racconta il ragazzino di Avellino cresciuto in un paese di 7mila anime, nel napoletano – No, non è una frase di circostanza, credo solo sia l’unica arma per andare avanti, altrimenti sarebbe difficile avere storie credibili da raccontare. Certo, ora girare per le strade di Napoli è un po’ più difficile, ma non posso lamentarmi”. Si perché la sua è una popolarità disarmante, a tratti sconvolgente. I suoi fan si chiamano Jovanotti, Caparezza e Fabri Fibra, ha un milione di utenti su Facebook e 185mila follower su Twitter.
L’ingrediente principale, forse, di tanto successo lo si deve ricercare nell’umiltà che Clementino ha sempre mantenuto, nonostante la vita stravolta che conduce ora. “Pino Daniele e Snoop Dogg, Eminem, Nino D’Angelo, Damian Marley e il Wu-Tang Clan” sono rimasti questi i suoi punti di riferimento, cultori di musica di nicchia, che con le classifiche non hanno mai avuto un rapporto di dipendenza, ma solo di riconoscenza.
“Come Pino e Troisi parto dal niente ‘o frat, e come Alessandro Siani na risata c’ha sempre salvat” si legge sulla prima pagina del booklet di Miracolo. È un mantra che Clementino ripete spesso mentre racconta la genesi della sua musica, come nascono le canzoni e ricordando quella volta che lui, da sempre fan proprio di Siani, se lo è ritrovato davanti a un concerto di Gigi Finizio. “Sì, sì, l’ho incontrato per caso e siamo diventati grandi amici. Alessandro è un freestyler nato, uno che improvvisa le battute come un rapper. E nel nuovo disco c’è anche lui: abbiamo scritto assieme Cos Cos Cos, riprendendo un tormentone dal suo Il principe abusivo”. Perché poi, anche se Clementino ora abita a Milano perché è più funzionale al mestiere che fa, alla fine tutto parte ancora dalle radici, da Cimitile, dal fratello Paolo che suona “nella band funk più forte della Campania, i Therivati, che sono nel disco” fino a Napoli “che è sempre negli occhi e nella testa, è nel DNA letteralmente, perché quell’acronimo per me significa ‘di Napoli'”. Sposta lo sguardo, alza il cappellino, sorride: “In realtà io non abito a Milano, ma sul treno. Ogni dieci giorni devo scendermene a Napoli dalla mia famiglia, non resisto proprio. Mi manca troppo il mare…”