Zagabria. Signora Presidente la ringrazio molto per l’accoglienza che mi ha riservato.
Abbiamo avuto uno scambio di idee non soltanto amichevole, come amichevoli sono i rapporti tra Croazia e Italia, ma anche di piena sintonia sui vari argomenti che vi sono sull’agenda internazionale e che abbiamo sul piano bilaterale e nell’Unione europea.
Come lei ha ricordato abbiamo rapporti eccellenti, di due paesi che sono amici realmente. L’Italia ha salutato come un successo l’ingresso della Croazia nell’Unione europea perché questo consente la creazione di un nuovo centro di gravità nell’Unione, il nuovo punto di equilibrio che in quest’area può avere direttrici politiche, economiche e commerciali che muovono dalla Mitteleuropa, dall’Europa centro-orientale e dall’area dei Balcani. Il nuovo centro di gravità crea anche un equilibrio più completo nella vita dell’Unione europea.
Naturalmente occorre che questo abbia poi degli sviluppi ulteriori nell’allargamento dell’Unione ad altri paesi, e questa è una convinzione che Croazia e Italia condividono, così come abbiamo condiviso la valutazione che le rispettive minoranze, quella italiana in Croazia e quella croata in Italia, costituiscono una opportunità, un arricchimento per i due Paesi da tenere in grande considerazione.
Inoltre, come avviene tra paesi che hanno non soltanto vicinanza e amicizia ma hanno un comune destino europeo, abbiamo anche condiviso la valutazione su quello che sta avvenendo e sulle cause che provocano gli avvenimenti drammatici nel Mediterraneo.
La Croazia e l’Italia sono Paesi del Mediterraneo e questi due Paesi, come l’intera Unione europea e come qualunque altro paese, non possono accettare l’idea che il Mediterraneo divenga un grande cimitero dove sono sepolte persone che cercavano una vita migliore e le loro speranze. Questa è una condizione inaccettabile per paesi che si affacciano su questo mare, ma è inaccettabile per chiunque abbia a cuore la civiltà della condizione umana.
Abbiamo condiviso che occorre intervenire alle origini dei fenomeni migratori perché vengano risolti i problemi drammatici di carestie, di persecuzioni e di guerre che provocano i flussi migratori poi sfruttati dai trafficanti di esseri umani che vanno contrastati con tutta la forza e il vigore possibile, perché le speranze di queste persone non divengano fonte di arricchimento per organizzazioni criminali.
Abbiamo parlato anche di altri questioni. Abbiamo registrato con la Presidente una perfetta coincidenza di vedute e questo rafforza la convinzione che possiamo insieme svolgere nell’Unione europea un grande lavoro comune.