Roma – Il Fisco italiano può utilizzare la “lista Falciani” come fonte di prova contro gli evasori. A stabilirlo la sesta sezione civile della Corte di Cassazione che spiana di fatto la strada all’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima, infatti, finora non poteva far affidamento sulla lista in quanto materiale rubato.
Ex informatico della banca svizzera Hsbc, Hervé Falciani nel 2008 trafugò alcuni file, poi rigirati alle autorità francesi, contenenti i nomi di oltre settemila correntisti sospettati di evasione fiscale, tra cui molti italiani.
“L’effetto concreto è che tutti vorranno fare la ‘voluntary disclosure’. Non c’è bisogno che entri in vigore lo scambio di informazioni fiscali con la Svizzera”, spiega Asa Peronace, il legale che ha difeso il contribuente nel processo oggetto della sentenza.
La procedura di collaborazione volontaria permette a chi ha nascosto i capitali in Italia o all’estero di mettersi in regola pagando tutto il dovuto. In cambio lo Stato riconosce uno sconto sulle sanzioni amministrative e la non punibilità sul piano penale.