Mentre il bilancio delle vittime del terremoto in Nepal continua a salire vertiginosamente (le stime sono intorno alle 4mila ma le previsioni superano purtroppo le 10mila) anche i colossi del web, Google e Facebook, scendono in campo per aiutare le ricerche dei dispersi.
Il motore di ricerca ha all’attivo “Google person finder”, utilizzato per la prima volta dopo il sisma del 2010 ad Haiti, che consente a chiunque di cercare una persona scomparsa o aggiungere informazioni su qualcuno. Una volta inseriti i dati apparirà un elenco di nomi, insieme a età, indirizzo, età e “status” delle persone. In caso di assenza di internet, come in gran parte del territorio nepalese, la ricerca può essere effettuata tramite sms.
Facebook, invece, ha attivato il “Safety Check”, basato sulla geolocalizzazione, attraverso cui tutti gli utenti presenti nell’area del terremoto riceveranno una notifica sul loro cellulare che gli chiederà di segnalare la loro condizione e renderla nota ai loro amici. Se l’utente è al sicuro, può selezionare la voce “Sono salvo” e il suo aggiornamento sarà a segnalato con una notifica e uno status nel News Feed.
“Safety Check” è l’evoluzione del Disaster Message Board che venne creata dal social network in occasione del terremoto in Giappone. “È un modo semplice per avvisare la famiglia e gli amici che stai bene. Se ti trovi in una delle zone colpite dal terremoto, rispondi alla domanda e tutte le persone con cui sei in contatto avranno tue notizie. Quando accadono i disastri la gente ha bisogno di sapere che i propri cari sono al sicuro. È in questi momenti che essere in grado di connettersi conta davvero”, ha scritto Mark Zuckerberg sul suo profilo Fb.
Non è tutto. Sia Google che Fb hanno attivato anche una pagina di raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite dal sisma attraverso donazioni all’associazione Medical Corps che garantisce assistenza medica ai terremotati.