Rimborsi Lombardia, 56 rinviati a giudizio: ci sono anche Minetti e il Trota

di Redazione

Milano – Sono 56 gli ex consiglieri regionali della Lombardia rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sulle cosiddette “spese pazze” condotta dalla Corte dei Conti. Il gup di Milano, Fabrizio D’Arcangelo, ha fissato al primo luglio la prima udienza e, intanto, ha anche condannato tre imputati a pene dai 18 ai 24 mesi. Si tratta di Carlo Spreafico (Pd), Angelo Costanzo (Pd) e Alberto Bonetti Baroggi (Pdl), che hanno scelto il rito abbreviato. Spreafico e Baroggi (che ha restituito alla Corte dei conti la cifra contestata) sono stati condannati a due anni, Costanzo a un anno e mezzo.

Vi sono anche tre prosciolti per vizio procedurale (gli ex assessori Gianni Rossoni, Mario Scotti e l’ex capogruppo del Pd Carlo Porcari) e un assolto, Guido Galperti (Pd).

Stralciata, invece, la posizione dell’ex assessore Franco Nicoli Cristiani, che ha chiesto di patteggiare una pena di oltre due anni in continuazione con la condanna già patteggiata per la vicenda della discarica di Cappella Cantone. La sua richiesta verrà valutata da un altro gup il prossimo 30 aprile.

Tra i rinviati a giudizio Renzo Bossi, detto “Il Trota”, figlio dell’ex segretario della Lega, Umberto Bossi, Nicole Minetti, ex igienista dentale di Silvio Berlusconi, l’ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, l’ex consigliere Stefano Galli, gli ex assessori Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli, e gli esponenti dell’opposizione Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri e Elisabetta Fatuzzo.

Gli ex consiglieri sono accusati di aver utilizzato fra il 2008 e il 2012 i fondi pubblici assegnati ai singoli gruppi regionali per spese personali – compresi gratta e vinci, dolciumi, fino a cene costosissime – per un ammontare complessivo di circa tre milioni di euro.

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