Roma – Un monito quello che il premier Matteo Renzi, a pochi giorni dalla strage compiuta al tribunale di Milano, lancia all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola unica dell’intelligence a Milano. “Quello che è accaduto al tribunale di Milano ci chiama a un impegno contro la proliferazione delle armi e nella difesa delle strutture giudiziarie, per le quali bisogna immaginare il passaggio della sicurezza in carico allo Stato”, dice il capo del governo.
Nel suo intervento, ribadisce, tra l’altro, la volontà di cambiare l’architettura dell’Italia: “Sta cambiando molto nella struttura del nostro Paese e la grande riforma, da quella istituzionale a quella elettorale alla Pa fino alla giustizia, entro l’anno sarà realizzata”.
Sull’Italicum, in particolare, Renzi conferna la linea dura nonostante le tensioni con la minoranza Pd: “Modificare le regole del gioco serve a preservare le istituzioni e non a metterle in discussione. E la stabilità del Governo può consentire ai politici di evitare di condizionare i tecnici e ai tecnici di non pensare di sostituire i politici”.
Sulla questione terrorismo ritiene “che tutti insieme possiamo dire che in questo anno di attività che si è chiuso il lavoro che l’intelligence ha svolto ha conosciuto e sta conoscendo minacce e opportunità nuove”.
Ucraina, Libia, Isis, Iraq, terrorismo jihadista, minaccia cibernetica, sono i principali dossier indicati da Renzi, sui quali, sottolinea, “bisogna approfondire, investigare meglio le sfide” che arrivano dal mondo globale perché «nessun Paese può considerarsi sicuro al 100%”. E “noi – ha assicurato – crediamo fortemente nell’intelligence, continueremo a investire, la valorizzeremo”. Rispondendo alle “strumentalizzazioni”, dice, “con la professionalizzazione”.