A due anni dalle elezioni la domanda è: chi sfiderà Sagliocco?

di Nicola Rosselli

Aversa – Premesso che uno dei prossimi candidati a sindaco di Aversa sarà l’attuale primo cittadino Giuseppe Sagliocco che, come avvenuto per le provinciali, punterà sulle liste civiche, per tutte le forze politiche aversane si impone un obbligo concreto: trovare, individuare sin da oggi un candidato a sindaco che abbia una serie di requisiti, primo fra tutti la novità e l’esperienza passando per la credibilità.

Come già avvenuto in occasione dell’ultimo appuntamento elettorale, a meno che non si vogliano dare vita a giochi di potere (che, poi, Sagliocco è riuscito a spezzare a proprio vantaggio), non si può giungere all’ultimo momento per estrarre dal cilindro improbabili candidati nei quali non credono nemmeno chi li propone. Se tutto filerà liscio, ad Aversa per le comunali si voterà nella primavera del 2017, ossia esattamente tra due anni.

Due anni sembrano tanti, ma sono pochi per individuare e far conoscere agli aversani un possibile e credibile candidato alla poltrona di primo cittadino. Una necessità che nessuna delle forze politiche tradizionali ha ancora avvertito. Nel centrodestra, infatti, l’attenzione è tutta rivolta allo ‘psicodramma’ che sta vivendo Forza Italia con i contrasti tra le due anime, quella filo sagliocchiana (che in molti considerano fuori dal partito) e quella che ha scelto l’opposizione e, almeno per il momento, non ha, concretamente, la possibilità di costruire una classe dirigente che possa esprimere un leader tale da poter aspirare alla poltrona più alta in consiglio comunale.

Stessa sorte sta vivendo, nel centrosinistra, il Partito Democratico. Apparentemente unito, concretamente diviso tra la coppia di teverolesi alla conquista di Aversa: c’è chi segue l’ex enfant prodige Stefano Graziano e chi predilige l’europarlamentare Nicola Caputo. Il tutto come se fossero in due partiti diversi. Una dicotomia che rende difficile giungere all’identificazione di un nome da “crescere”, da far conoscere alla città e da proporre quale valida alternativa ad un Sagliocco che avrà dalla sua cinque anni di sindacatura con tutto quello che significa in termini di raccolta di consensi.

Insomma, questi due partiti sembrano lontani dalla realtà cittadina, impegnati come sono ad implodere. L’unica novità potrebbe venire dai movimenti. Chissà che non siano i 5 Stelle a sfornare un nome sul quale far convergere le forze alternative a chi, ideologicamente, sostiene Sagliocco. C’è, poi, tutto l’universo dell’associazionismo (culturale, del volontariato, delle professioni) che potrebbe dare vita, anche insieme all’estrema sinistra, ad un’indicazione di un outsider che possa scompigliare il quadro politico cittadino, praticamente pronto solo ad autoreferenziarsi.

Una sola cortesia, un solo grande piacere: facciamo in modo di non ritrovarci i nomi di politici “vecchi-vecchi” e “giovani-vecchi”, cerchiamo di dare una speranza nuova a questa città, ma facciamolo per tempo.

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