Cesa – “La farsa del Consorzio idrico continua”. Lo sostiene la lista civica “Cesa C’è”, guidata dal candidato sindaco Ernesto Ferrante, che interviene sulla notifica di atti ingiuntivi ai cittadini cesani.
“In questi giorni – spiegano dal movimento – la Publiservizi, società di riscossione del Citl, sta notificando ai cittadini di Cesa (che, venuti a conoscenza dell’insolvenza del consorzio, non avevano pagato alcune rate) atti ingiuntivi con tanto di penale e interessi e la minaccia di pignoramenti purtroppo reale. Come dire, oltre al danno anche la beffa!”
“Non solo si sono appropriati dei soldi che i cittadini avevano versato per il pagamento dei canoni idrici, non solo non li hanno versati né ad Acqua Campania né al Comune di Cesa, come si erano impegnati a fare con la transazione del 17 novembre 2014, ma con un’arroganza senza pari pretendono che i cittadini continuino a pagare anche senza la garanzia che questi soldi vadano a coprire i consumi di acqua da pagare ad Acqua Campania”, incalzano da “Cesa C’è”.
A breve, la lista annuncia che si farà promotrice “di una sottoscrizione popolare per un esposto da presentare alla Procura della Repubblica perché si faccia chiarezza su tutta questa vicenda”. “I cittadini di Cesa – sottolineano -non possono essere martoriati in questo modo”.
“Intanto, il Pd candida alla Regione la figlia del presidente De Biasio e i partiti litigano sulla spartizione delle poltrone del Consorzio. Cosa mai avvenuta nella storia della Repubblica, si è giunti all’ultima barzelletta: ad oggi il Citl ha due consigli di amministrazione e due presidenti che si contestano a vicenda”, aggiungono dal movimento.
Poi l’attacco agli avversari alle amministrative del 31 maggio: “E mentre succede tutti questo alcuni protagonisti dell’entrata di Cesa nel consorzio, avvenuta con l’amministrazione De Angelis, si ripresentano a voi come candidati, chi a sindaco (Bencivenga del M5S), chi a consigliere (Nicola Autiero e Antimo Dell’Omo di “Primavera Cesana”), chi come uomo-ombra candidando parenti stretti, sventolando addirittura bandiere di rinnovamento, di efficienza amministrativa e atteggiandosi a difensori del popolo e garanti del bene comune. Ma ‘ccà nisciuno è fesso”.