Carinaro – “Sottrarsi al dovere di rispondere alle domande che vengono rivolte, perché magari ritenute scomode, è un vecchio vizio che accomuna sia una parte del Pd che l’amministrazione di Carinaro. E se il silenzio perdura, si finisce inevitabilmente col ritenere fondate le accuse mosse. ”. Ce l’ha con il “coordinamento del Pd” l’ex sindaco Mario Masi che torna sulla vicenda della convocazione di un’assemblea di circolo con all’ordine del giorno, oltre che le elezioni regionali del 31 maggio, i problemi finanziari del partito in città.
Giorni fa, Masi aveva comunicato che non avrebbe, insieme ad altri amici, partecipato ad all’assemblea fino a quando non fossero state discusse questioni politiche a suo avviso ben più importanti. Quali? “La nascita di un’amministrazione politicamente ibrida, sorta senza la ratifica degli organi di partito, della nomina di un commissario completamente assente ed inadeguato alla ‘mission riconciliativa’ che gli era stata affidata e del tentativo di falsificare il tesseramento per alterare gli equilibri della sezione”, fa sapere l’ex sindaco. Tali questioni, che hanno determinato la spaccatura frontale all’interno del Pd di Carinaro, sono tutt’ora aperte.
Masi si sarebbe aspettato una nuova convocazione, magari con l’integrazione degli argomenti richiesti, “quale segno tangibile di apertura e di una voglia di riconciliazione che resta sempre l’obiettivo primario a cui tendiamo”, dice. E, invece, la nota diffusa dal coordinamento del Pd, che l’ex primo cittadino definisce “fantomatico” e “privo tra l’altro di qualsiasi legittimazione”, fa capire, secondo Masi, “che nel Pd di Carinaro c’è ancora chi ritiene che nel partito non ci sia alcun problema, che la sezione gode di ottimo stato di salute, non rendendosi conto che essa è stata ridotta in un luogo ove non si discute più, ove gli organi ordinari non esistono più e che, da luogo di discussione democratica, essa si è trasformato in luogo di intrattenimento per pochi pensionati”. “Se questo è il partito che piace ad alcuni nostri iscritti – sottolinea Masi – francamente non abbiamo nessuna difficoltà a dire che questo modello a noi non piace e che anzi non ci interessa affatto. Siamo interessati ad un partito vivo, promotore di proposte sulle grandi questioni del paese, come l’ambiente, l’occupazione, lo sviluppo del territorio, le politiche sociali; un partito in cui vengono immediatamente ricomposti gli organi statutari da eleggere con metodo democratico e sulla base di un tesseramento legale”.
E` su questi temi che Masi chiede il confronto. “Ma l’amministrazione in carica sfugge sistematicamente al confronto”, incalza l’ex sindaco, citando i casi industrie insalubri, Eurospin, urbanistica, “il tentativo di regalare posti al comune a stretti parenti di amministratori”.
Masi commenta anche il volantino anonimo circolato nei giorni scorsi contro il Pd locale. “Premetto che l’anonimato è un metodo di comunicazione da bandire e da condannare severamente. – sostiene – Non si può, purtroppo, fare a meno di constatare che da sempre la pratica delle lettere anonime è molto diffusa nel nostro paese. Io stesso, nel corso della lunga vita politica, sono stato fra le persone più colpite da documenti anonimi, quasi sempre ingiuriosi ed infamanti, molti dei quali sono ancora custoditi tra gli atti riservati del Comune. Se è vero che dobbiamo condannare questo malcostume ed adoperarci in tutti i modi affinché esso sia debellato, è pur vero che in quel documento anonimo sono stati segnalati presunti abusi ed atti di favoritismo sui quali gioverebbe far luce”.
Per l’ex primo cittadino “un’amministrazione ed un partito che pretendono rispetto dovrebbero avvertire il dovere morale di aprire immediatamente la discussione su quanto sospettato, portando le prove sulla legittimità degli atti e dei comportamenti degli amministratori sui quali viene sollevato il sospetto, anche per dimostrare che tutto è stato fatto nel rispetto della legge. Se, invece, essi evitano di aprire la discussione, se si sottraggono al giudizio sulla legittimità degli atti posti in essere e se spostano in modo furbesco l’attenzione altrove, si ha la conferma che alcuni di quei sospetti possano essere probabilmente fondati. Chi ha la coscienza a posto non ha mai paura di aprire subito il confronto. Il partito e l’amministrazione che noi vogliamo – conclude Masi – devono innanzitutto dimostrare di amare il confronto, che è l’unico e vero segno di democrazia”.