Aversa – “La politica non può subordinare le proprie scelte alla magistratura, contabile o penale che sia, per cui è arrivato il momento di fare una scelta netta e regolamentare con chiarezza le aree standard affinché le generazioni future non siano più derubate di un patrimonio collettivo per l’inefficienza di amministratori e dirigenti di turno”.
A parlare è il consigliere comunale del Partito Democratico di Aversa Marco Villano che, ancora una volta, ritorna sulla questione degli standard comunali spingendo per l’approvazione di un regolamento in consiglio comunale.
“Da quel che comprendiamo – spiega – l’inchiesta è appena all’inizio ma la nostra azione politico-amministrativa deve andare avanti a prescindere dall’esito degli accertamenti giudiziari. Dobbiamo dire davanti alla città che idee abbiamo per trasformare queste aree in zone realmente utili alla collettività e funzionali ai suoi bisogni. Ad oggi alcune aree recuperate, meritoriamente, dal sindaco Sagliocco sono abbandonate a se stesse e questo è inaccettabile”.
Villano interviene anche sulla questione dello standard di via San Lorenzo, quello usucapito da Marino: “Le giustificazioni fornite a mezzo stampa dall’ex primo cittadino Ciaramella, sul quale pende l’accusa di aver prodotto un notevole danno economico alle casse cittadine, non convincono. Ciaramella mente e sa di mentire. Non costituendosi in giudizio, infatti, l’Amministrazione, su impulso dell’ex primo cittadino, ha permesso l’usucapione del bene, che poteva essere assolutamente evitata attraverso la produzione in giudizio di idonei atti interruttivi del termine previsto per il suo perfezionamento. Segnalo – ed è la prova più evidente di ciò che sostengo – l’ordinanza di sgombero n. 54 del 05/04/2002, con la quale il competente Dirigente Ufficio Polizia Amministrativa, Dott. Pezzullo, rilevata l’abusività dei manufatti che ancora ospitano l’autorimessa di veicoli gestiti dal Sig. Marino Nicola, nonché l’impossibilità di svolgere su di essa un’attività economica, avendo questa destinazione ‘Servizi ed Attrezzature Religiose’ ordinava a quest’ultimo di ‘lasciare libero il suolo in argomento dai veicoli ed attrezzature provvedendo alla bonifica dell’intera area’.
E’ palese: costituendosi in giudizio e producendo il suindicato atto (ma, ahinoi, non l’ha fatto), l’Amministrazione avrebbe con sufficiente certezza evitato la perdita della proprietà dell’area. Ma non solo. Suddetta ordinanza rilevava l’abusività dell’attività economica svolta dal Sig. Marino (circostanza riferita formalmente anche alla Procura della Repubblica per gli accertamenti di sua competenza), ragion per cui l’usucapione giammai avrebbe potuto realizzarsi, richiedendo la legge che il possesso utile ai fini dell’acquisto della proprietà per usucapione sia ‘non clandestino’, ovvero non abusivo. Il sospetto che la correttezza e la legittimità dell’azione amministrativa dell’apparato allora guidato da Ciaramella si siano smarrite in acque torbide è, quindi, assolutamente legittimo. Grazie a queste condotte, oggi un bene comune è sede di un’attività privata (peraltro, almeno in origine, abusiva), nell’ambito della quale spiccano simboli elettorali per le elezioni regionali.
Appare quindi paradossale che il sindaco Sagliocco, il quale avviato l’azione di recupero degli standard, giustifichi il suo predecessore. Ma c’è di più. La restante parte di questo standard può e deve essere recuperata. Lo abbiamo detto quasi un anno fa: sia utilizzata per creare uno spazio di socialità per il quartiere e un parcheggio a supporto dell’università. Crediamo sia un obiettivo realizzabile ed utile alla comunità, che ci mette altresì al riparo da possibili tentativi di usucapione, siano essi fondati, siano essi frutto di negligenze o omissioni altrui”.