Aversa – Lo scavo delle fondazioni di un nuovo blocco di aule, da realizzare con una spesa di circa 5 milioni di euro nell’ambito del Più Europa, nell’area interna del complesso dell’Annunziata che ospita la facoltà Ingegneria della Sun, grazie ad un comodato d’uso sottoscritto negli anni ‘90, avrebbe fatto venire alla luce un arco di tufo che ha fatto ipotizzare l’esistenza di un camminamento sotterraneo di epoca angioina, di reperti archeologici, quali scolatoi e tombe, presenti in tutte le chiese antiche di Aversa, in particolare se annesse a conventi, come nel caso dell’Annunziata. Ipotesi avanzate da tanti ma frutto di fantasia.
A smentirla sono i tecnici della Sun. “L’arco documentato da foto apparse sui media non è l’ingresso di una cava di tufo, profonda poco più di tre metri, usata negli anni ‘60 per pochissimo tempo e, poi, chiusa da una parete venuta giù con lo scavo. La cosiddetta ‘porta’ è semplicemente il sostegno dell’ingresso della cava realizzato ad arco per ottenere maggiore resistenza”, hanno spiegato i tecnici.
“Naturalmente – hanno aggiunto – il reperto è stato controllato dal settore archeologico della Soprintendenza che ne ha autorizzato la chiusura”.
Mistero risolto, ma per una domanda che trova risposta ne arriva un’altra che la attende. Perché nessuno s’indigna per la realizzazione del mostro di cemento che sorgerà, insieme a quello già esistente, nel cortile di un complesso storico qual è l’Annunziata nato nel 1300? I pilastri che stanno levandosi al cielo non danneggeranno l’immagine di un complesso che gronda di storia? Questa volta l’intervento non sarà provvisorio ma avrà un impatto permanente sull’immagine di Aversa.