23 anni fa la strage di Capaci, Mattarella: “Stato deve vincere contro mafia”

di Redazione

“Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Io non dimentico”. E’ il messaggio con cui Matteo Renzi ricorda su Twitter e Facebook la strage di Capaci, di cui oggi ricorre l’anniversario. Il premier pubblica su facebook una foto del giudice Giovanni Falcone, cita i nomi dei morti nell’attentato con l’hashtag #ionondimentico. Mattarella a Palermo: “Lo Stato deve vincere contro la mafia, senza eccezione”.

“I nomi, i volti, gli esempi di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino sono indissolubilmente legati dal comune impegno e dai valori che hanno testimoniato e dalla coraggiosa battaglia, per legalità e democrazia, che hanno combattuto, affidando a tutti noi il compito di proseguirla”, ha poi affermato Sergio Mattarella nell’aula bunker Ucciardone. “Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Batteremo la mafia perché è incompatibile con la libertà”.

“Che mafie di varia natura cerchino di modificare il risultato delle partite e di lucrare sulle scommesse è una vergogna. Questa metastasi va estirpata con severità e rapidità”, ha proseguito il presidente della Repubblica.

“Falcone sapeva bene che la repressione penale era indispensabile e che doveva essere molto più efficace e adeguata, per riaffermare il primato dello Stato: nella partita tra Stato e anti-Stato va sempre messo in chiaro che lo Stato alla fine deve vincere. Senza eccezioni”, ha continuato il capo dello Stato, aggiungendo: “Per battere il cancro mafioso bisogna affermare la cultura della Costituzione, cioè del rispetto delle regole, sempre e dovunque, a partire dal nostro agire quotidiano”.

“Dalle sue idee sono venute nuove risposte legislative e nuovi metodi di indagine. Sono nate le Direzioni distrettuali antimafia e la Procura nazionale antimafia. Sono state elaborate nuove discipline, riguardo la ricerca e la tutela delle fonti di prova, le misure cautelari, le intercettazioni ambientali e telefoniche”, ha poi sottolineato il presidente della Repubblica, che cita Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. E di voi giovani. Buona camminata a tutti noi”.

“Oggi è una giornata particolare perché ricordo Giovanni Falcone insieme a tanti giovani, ma io ce l’ho sempre nel cuore e il suo ricordo mi aiuta nei momenti difficili”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso a Palermo a margine delle commemorazioni per il 23esimo anniversario della strage di Capaci. “Sergio Mattarella negli anni passati è stato qui accanto a noi, adesso lo è da Presidente della Repubblica e questo ha un significato particolare, dimostra la grande e significativa attenzione delle Istituzioni”. Aggiunge Piero Grasso palermitano proprio come il presidente Mattarella.

“La mafia si combatte a partire dai banchi di scuola, attraverso un’opera di educazione al rispetto delle regole e delle leggi. Anche per questo è importante trasmettere ai giovani la memoria del sacrificio di quanti, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno contribuito alla lotta contro le mafie pagando con la vita il loro impegno morale e civile”. E’ quanto afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Desidero – scrive Laura Boldrini nel suo messaggio alla celebrazione in corso a Palermo – unirmi a tutti voi nel ricordo commosso dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e degli agenti delle loro scorte rimasti uccisi nei tragici attentati”.

Deponendo una corona di fiori alla stele che commemora la strage di Capaci, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha ricordato come Falcone dicesse che “la mafia uccide gli uomini dello Stato che lo Stato non riesce a proteggere”. Per questo, ha spiegato il ministro, “siamo stati al fianco dei nostri magistrati di Palermo in tutti i modi e con tutti i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione; da ultimo bomb jammer per il pm Nino Di Matteo. Siamo stati accanto nel presidio dell’ufficio giudiziario palermitano e lo saremo perché lo Stato è una squadra e il tricolore è di tutti; la squadra si deve chiamare Italia e dobbiamo giocare tutti dalla stessa parte per vincere contro la mafia”.

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