Candidati “impresentabili”, Capacchione: “I segnali c’erano”

di Redazione

Napoli – ”Nei partiti si conoscono le persone e le storie, soprattutto nelle realtà locali e quindi si può comprendere che una certa candidatura può essere inopportuna anche se legalmente a posto. I segnali c’erano e si dovevano raccogliere, per evitare il distacco dei cittadini dalla politica e che aiuta le organizzazioni mafiose e la piazza forcaiola che non aspetta altro per una deriva autoritaria”.

Lo ha detto Rosaria Capacchione, senatrice del Pd e componente della commissione antimafia, in una conferenza stampa sulla campagna elettorale per le regionali in Campania.

”Le liste – ha aggiunto – sono state ultimate la notte tra l’1 e il 2 maggio, giorno in cui non uscivano i giornali, alcune cose sono state quindi possibili anche per la mancanza di pubblicità sui nomi. Io stessa l’ho appreso solo a liste presentate”. Capacchione ha anche sottolineato che il trasformismo favorisce l’inquinamento delle liste perché ”l’inserimento dell’ultima ora – ha detto – di una persona proveniente da altro schieramento politico, impedisce al partito di fare verifiche su quella persona”.

La senatrice, che ha precisato di parlare ”come senatrice campana in commissione Antimafia e a prescindere dagli schieramenti politici”, ha sottolineato che ”i candidati presidenti si sono trincerati dietro il garantismo, ma la politica è una cosa, il processo è altro. Troppo facile dire ‘aspetto la procura’, non si può lasciare il giudizio politico sui candidati solo alla magistratura”.

In più, oggi l’infiltrazione della criminalità organizzata è sia a destra che a sinistra: ”Le organizzazioni mafiose – ha spiegato Capacchione – sono indifferenti alle ideologie, si attaccano a chi pensano possa vincere perché il loro obiettivo sono il potere e la gestione del denaro. Poi è chiaro che le battaglie interne nei partiti si fanno proprio perché le differenze si dovrebbero vedere”.

In merito al duplice omicidio di due persone che stavano attaccando manifesti elettorali a Fratte, in provincia di Salerno, Capacchione ha sottolineato: ”Quello che è accaduto a Fratte ci dice che esiste un racket affissioni, so che molti candidati hanno preferito non farle per non aver a che fare con organizzazioni criminali, altri che hanno preferito affiggere manifesti, lo fanno in questo clima”.

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